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La televisione e l'arte della guerra

Agostino Saccà si aggiunge alla nutrita schiera di estimatori di Sun Tzu come Massimo D’Alema  (che ne ha una copia cinese su bacchette di bambù) e Franco Bernabè. Nel passato lo erano stati Napoleone, Mao Tse Tung, Lawrence d’Arabia e Ho Chi-minh.

di Stefano Ciorani

Panorama pubblica questa settimana un articolo su Agostino Saccà dal titolo “Un taoista in viale Mazzini”. Scopriamo così con piacere che anche il neodirettore generale della Rai è un estimatore della filosofia orientale e che tiene sempre sul comodino oltre a Le confessioni di Sant’Agostino, anche il trattato d’arte militare L’arte della guerra del filosofo-generale taoista Sun Tzu, contemporaneo di Platone (V - IV secolo avanti Cristo).

Con questa sua opera, Sun Tzu espone una filosofia di lotta in cui la suprema abilità consiste nel piegare il nemico senza combattere basandosi, oltre che nella tecnica, sulla politica e la psicologia. Al contrario dello stratega von Clausewitz, che sostiene la totale distruzione del nemico o il completo annichilimento del concorrente, Sun Tzu dice che l’avversario va conquistato integro per annettere e prendere la sua energia in modo da accrescere la propria forza.

Le sue massime sono molto note negli Stati Uniti dove si dice siano applicate con successo nel campo della competizione economica e finanziaria: il film Wall Street, interpretato da Michael Douglas, pare sia stato anche in parte ispirato dalle famose teorie dello stratega cinese. Per chi mastica l’inglese, c’è poi il sito www.suntzu1.com tutto dedicato a Sun Tzu e dove le sue teorie vengono addirittura utilizzate  per dare consigli su come mettere in piedi un efficace programma di protezione dei sistemi informativi nelle aziende.

Maurizio Torrealta, nel suo libro "Ultimo - Il capitano che arrestò Totò Riina", lo ha più volte citato per far comprendere meglio le difficoltà incontrate dall’ufficiale nella mancata cattura del latitante Bernardo Provenzano. 

Agostino Saccà si aggiunge così alla nutrita schiera di estimatori di Sun Tzu come Massimo D’Alema  (che ne ha una copia cinese su bacchette di bambù) e Franco Bernabè. Nel passato lo erano stati Napoleone, Mao Tse Tung, Lawrence d’Arabia e Ho Chi-minh. Ma il loro ultimo scopo era la distruzione e l’annientamento degli avversari. Noi invece, umili fruitori del servizio pubblico, auguriamo a Saccà l’annientamento di un solo nemico (alla Rai): la televisione stupida!

(24 marzo 2002)

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