Panorama pubblica questa
settimana un articolo su Agostino Saccà dal titolo “Un taoista in
viale Mazzini”. Scopriamo così con piacere che anche il
neodirettore generale della Rai è un estimatore della filosofia
orientale e che tiene sempre sul comodino oltre a Le confessioni
di Sant’Agostino, anche il trattato d’arte militare
L’arte
della guerra del filosofo-generale taoista
Sun Tzu, contemporaneo di Platone (V - IV secolo avanti Cristo).
Con questa sua
opera, Sun Tzu espone una filosofia di lotta in cui la suprema
abilità consiste nel piegare il nemico senza combattere basandosi,
oltre che nella tecnica, sulla politica e la psicologia.
Al contrario dello stratega von Clausewitz, che sostiene la
totale distruzione del nemico o il completo annichilimento del
concorrente, Sun Tzu dice che l’avversario va conquistato integro
per annettere e prendere la sua energia in modo da accrescere la
propria forza.
Le sue
massime sono molto note negli Stati Uniti dove si dice siano
applicate con successo nel campo della competizione economica e
finanziaria: il film Wall Street, interpretato da Michael
Douglas, pare sia stato anche in parte ispirato dalle famose teorie
dello stratega cinese. Per chi mastica l’inglese, c’è poi il
sito www.suntzu1.com
tutto dedicato a
Sun Tzu e dove le sue teorie vengono addirittura utilizzate
per dare consigli su come mettere in piedi un efficace
programma di protezione dei sistemi informativi nelle aziende.
Maurizio Torrealta, nel suo
libro "Ultimo
- Il capitano che arrestò Totò Riina",
lo ha più volte citato per far comprendere meglio le difficoltà
incontrate dall’ufficiale nella mancata cattura del latitante
Bernardo Provenzano.
Agostino Saccà si aggiunge così alla nutrita schiera di
estimatori di Sun Tzu come Massimo D’Alema
(che ne ha una copia cinese su bacchette di bambù) e Franco
Bernabè. Nel passato lo erano stati Napoleone, Mao Tse Tung,
Lawrence d’Arabia e Ho Chi-minh. Ma il loro ultimo scopo era la
distruzione e l’annientamento degli avversari. Noi invece, umili
fruitori del servizio pubblico, auguriamo a Saccà l’annientamento
di un solo nemico (alla Rai): la televisione stupida!
(24 marzo 2002) |