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LA FAVOLA

Favola più recente | Per autore | Le poesie

La coda del serpente e le sue membra
di Esopo

Una volta la coda del serpente ebbe la pretesa di precedere lei il corpo e di dirigerlo. Le altre membra dicevano: «Ma come potrai dirigere tu, se non hai né occhi né naso come gli altri animali?». Ma non riuscirono a persuaderla, e il buon senso dovette battere in ritirata.
La coda andò dunque avanti e comandò la marcia, trascinandosi dietro alla cieca tutto il corpo, finché precipitò in una buca piena di pietre, dove il serpe ebbe piagata la schiena e tutto quanto il corpo. Allora la coda, tutta carezzevole, si mise a supplicare la testa, dicendo: «Salvaci tu, o signora, per piacere; ho fatto male a mettermi in lotta con te».

La favola bolla gli uomini infidi e perversi che si rivoltano contro i loro capi.

Esopo

Esopo (favolista greco, VII-VI sec. a.C.), Favole, 288.

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