Chi poco vale ma molto si vanta
inganna chi non sa, ma gli altri ridono.
L'asino andò a caccia col leone,
che lo coprì di frasche e gli ordinò
di mettere paura agli animali
con la sua voce ignota, mentre lui
li avrebbe colti intenti nella fuga.
L'orecchiuto con tutte le sue forze
levò il suo alto, repentino grido,
e fu un prodigio che turbò le fiere:
impaurite cercavano le poste
abituali, dove le abbatteva
il terribile balzo del leone.
Stanco di strage infine chiamò l'asino
e gli ordinò di chiudere la bocca.
Il petulante chiese: «La mia voce,
che ne dici, ha servito?» Ed il leone:
«Straordinaria. Sarei scappato anch'io
ignorando il tuo cuore e la tua razza».
Virtutis expers, verbis iactans gloriam,
ignotos fallit, notis est derisui.
Venati asello comite cum vellet leo
contexit illum frutice et admonuit simul
ut ille insueta voce terreret feras,
fugientes ipse exciperet. Hic auritulus
clamorem subito totis tollit viribus.
novoque turbat bestias miraculo:
quae, dum paventes exitus notos petunt,
leonis adfliguntur horrendo impetu.
Qui postquam caede fessus est, asinum evocat,
iubetque vocem premere. Tune ille insolens
«Qualis videtur opera tibi vocis meae?»
«Insignis» inquit «sic ut, nisi
nossem tuum
animum genusque, simili fugissem metu».
(19 maggio 2003)
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