Un tale, morso a sangue da un cagnaccio,
gli buttò, a chi gli aveva fatto male
una pagnotta intinta nel suo sangue,
perché aveva sentito che era un modo,
quello, di medicare la ferita.
Ed Esopo: «Non farglielo vedere
a molti cani, ci divorerebbero
sapendo che così la colpa paga».
Il successo è il richiamo degli ingiusti.
Laceratus quidam morsu vehementis canis,
tinctum cruore panem immisit malefico,
audierat esse quod remedium vulneris.
tunc sic Aesopus: «Noli coram pluribus
hoc facere canibus, ne nos vivos devorent,
cum scierint esse tale culpae praemium».
Successus inproborum plures allicit.
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Fedro
(favolista latino, I sec. d.C.), Favole,
Liber Secundus, 36. Lo spunto è una superstizione popolare a cui
si ispira Esopo. Lessing, nel Settecento, la rifarà in chiave
illuministica come satira della medicina arretrata e
superstiziosa. |