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«La globalizzazione di mercato è
parsa ad alcuni sorridente e rassicurante, ad altri minacciosa e
pericolosa. La tesi di questo libro è che, in ogni caso, i suoi
giorni sono ormai tramontanti. Questo progetto di economia mondiale
integrata, regolata pressoché esclusivamente dai meccanismi dello
scambio, all'insegna del mutuo vantaggio di ogni singolo
partecipante ma con ricadute positive per tutta la società, appare
oggi come un sogno infranto: la crescita potrà riprendere, le
illusioni che solo o prevalentemente con la crescita si possano, in
un clima di mercato, risolvere le contraddizioni delle società umane
sono del tutto svanite.» A farci risvegliare con brutalità
nell'era del Postglobal, è l'economista Mario Deaglio, che
intitola così il suo nuovo libro (Laterza Editore), e ci proietta
improvvisamente in un futuro inquieto e ostile. Come l'età
dell'innocenza, anche quella della globalizzazione, che sembrava
produrre in continuazione tecnologie straordinarie e promettere
crescita e sviluppo per tutti, ce l'abbiamo alle spalle. Ma come è
potuto accadere senza che ce ne accorgessimo? E senza che se ne
rendessero conto neppure i suoi oppositori, i movimenti no global?
Perché, risponde Deaglio, nessuno si è preso la briga di dare
un'occhiata indietro. |
L'autore:
Mario Deaglio ha seguito due carriere parallele: in campo
accademico e nel giornalismo economico. E' professore ordinario di
Economia Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di
Torino, e le sue ricerche scientifiche riguardano la struttura delle
moderne economie occidentali. Si è occupato, in particolare di
distribuzione del reddito, "economia sommersa", risparmio e cicli
"lunghi" dell’economia. Ha collaborato a vari quotidiani e periodici,
tra cui The Economist. Panorama, Il Secolo XIX. e
ha diretto Il Sole 24 Ore dal 1980 al 1983. |