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Chi non ha mai sofferto sul
lavoro? L'ambiente in cui passiamo gran parte della nostra giornata
diventa spesso teatro di piccole e grandi sofferenze, con
conseguenze assai dannose sul nostro rendimento e sulla nostra vita
privata. Eppure, di fronte a questo preoccupante fenomeno,
l'imperativo sembra quello di subire e tacere, rinnegando se stessi
"per il bene dell'azienda".
Frost ci invita a riflettere e a seguirlo in un percorso ricco di
storie (a partire dalla sua personale) e spunti illuminanti, fino a
far luce sugli aspetti emotivi della vita professionale. Scopriamo
così che la sofferenza emotiva ha innumerevoli fonti ed è spesso
inevitabile: la differenza sta nel modo in cui l'azienda reagisce ad
essa. Emerge un'opportunità preziosa: quella di rifondare l'azienda,
creando una cultura basata sull'empatia.
Cambiare punto di vista, in questo caso, significa prima di tutto
aprire gli occhi e imparare a dare un nome alle cause del malessere:
capi violenti, carico di lavoro eccessivo, scadenze impossibili che
finiscono a tutti gli effetti per intossicare il clima aziendale.
Smettere di negare gli impatti negativi di questo modello di
organizzazione è il primo passo: l'obiettivo finale è approntare i
dovuti interventi di fronte a situazioni ed eventi distruttivi e
sostenere chi già si impegna, magari nell'ombra, per alleviare il
dolore di colleghi e collaboratori.
In queste pagine, insieme appassionate e lucide, ogni lettore può
trovare profonde risonanze con la propria storia umana e lavorativa.
E un nuovo modello di leadership si fa strada, fondato sulla
sensibilità, l'ascolto e l'apertura, a giovamento dell'azienda e
delle persone che vi lavorano.
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