|
Flessibilità, modernizzazione
dell'indu-stria e del sistema educativo, riforma di tasse e pensioni, globalizzazione. Tradotte, vogliono dire precarietà, crisi
dell'economia e del made in Italy, crisi della ricerca e
rischio di precarizzazione dell'istruzione superiore, estensione
delle disuguaglianze su scala planetaria. Negli articoli raccolti in
questo volume sfilano i frammenti di un quadro nazionale (e non
solo) fatto di incertezze piccole e grandi, domande a cui ancora
nessuno ha potuto o voluto trovare risposta. Sotto lo sguardo
indagatore, caustico e tagliente del più brillante sociologo
italiano, si ricompone il puzzle di un'Italia destrutturata e in
piena crisi.
Il nuovo libro di Luciano Gallino, che nel titolo parafrasa
Lavori in frantumi del sociologo francese Georges Friedmann,
raccoglie suoi articoli apparsi su Repubblica negli ultimi
cinque anni. Come dice Dario Olivero, sempre su Repubblica,
«è un bignami del nostro tempo, il
riassunto delle puntate precedenti e di come siamo arrivati a una
condizione di vita in cui l'instabilità sociale ed economica si è
interiorizzata diventando una visione del mondo profonda e radicata
che impedisce ogni idea di progetto». |
L'autore:
Luciano Gallino, è nato a Torino nel 1927. Sociologo, ha
compiuto il suo apprendistato tra il 1956 e il 1970 come collaboratore e
poi direttore del centro di ricerche sociologiche e di studi
sull'organizzazione della Olivetti. Dal 1971 al 2002 è stato professore
ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione presso
la Facoltà di Magistero e la Facoltà di Lettere dell'Università di
Torino. Tra il 1968 e il 1978 ha diretto il locale Istituto di
Sociologia, uno dei primissimi istituiti nelle università italiane.
I suoi studi si concentrano principalmente sull’impatto delle nuove
tecnologie sui rapporti sociali e sui modelli culturali, nonché
sull’influenza che esse hanno nel mondo del lavoro. Tra le sue
pubblicazioni ricordiamo La scomparsa dell'Italia industriale
(2003), Il costo umano della flessibilità (2003), e L'impresa
irresponsabile (2005). |