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Di corsa, sempre di corsa: la nostra
vita è una continua lotta contro il tempo. Alzarsi al mattino,
correre al lavoro, ricordarsi di passare in tintoria alla sera,
preparare la cena, e infine provare a ritagliarsi un po' di tempo
per fare tutte le altre cose rimaste fuori dalla tabella di marcia
giornaliera. Per non parlare, poi, di quando ci sono i bambini:
allora sì che bisogna fare i salti mortali, per combinare i mille
impegni che noi stessi abbiamo organizzato per loro (dalla scuola di
musica alla palestra, dalla biblioteca alla festicciola con i
compagni di classe).
Siamo sempre con l'acqua alla gola, al punto che - se potessimo -
vorremmo comprare il tempo dei pochi oziosi che sono rimasti in
giro.
Ci siamo abituati così tanto ad andare ad alta velocità, che non
sopportiamo la sosta al semaforo, la fila alla posta, il ritardo di
un treno; un secondo di attesa su Internet ci sembra un'eternità; il
telefonino riduce i tempi e le distanze; andiamo sempre oltre i
limiti di velocità previsti sulle strade, perché non possiamo
neppure pensare di andare con calma, anche quando non stiamo
perdendo l'aereo.
Persino in vacanza tendiamo a mantenere sempre gli stessi ritmi,
trasformando giorni che potrebbero essere di quiete in un fuoco
d'artificio di attività: musei da visitare, fotografie da scattare,
cibi da assaggiare, oggetti ricordo da comprare, il tutto sempre a
cento all'ora. Addirittura nelle relazioni più intime tendiamo ad
accelerare i ritmi, guardando costantemente all'impegno successivo:
non abbiamo tempo per i preliminari.
Stare fermi, senza far nulla, o fare una sola cosa alla volta è
quasi un peccato mortale: ci diamo da fare in ogni momento, come se
dovessimo battere il record di Stakanov!
Nell'aeroporto romano di Fiumicino, durante uno di quei momenti
'vuoti' in cui si attende l'imbarco, l'autore apprende con
entusiasmo di un nuovo sistema per rendere più rapida ai genitori la
lettura della 'fiaba della buona notte' ai propri bambini.
È arrivato il momento di rallentare: o almeno di capire quando è il
caso di andare veloci, e quando è meglio gustare ogni attimo che
passa, dedicando il "tempo giusto" ad un pasto, ad una
conversazione, ad una serata con la persona che si ama.
Attraverso un percorso che lo porta in tutto il mondo, il
giornalista canadese Carl Honoré offre un interessante spaccato
della filosofia "slow", mostrando come la lentezza a volte produca
risultati più favorevoli, anche dal punto di vista economico,
rispetto alla fretta e alla velocità. Numerosi i riferimenti all'italianissimo
movimento "Slow food" e ad altre esperienze di rallentamento dei
ritmi frenetici che interessano paesi e borghi del nostro Paese.
«Non tutto è perduto - dice Honoré -. È ancora possibile cambiare
rotta. Anziché fare tutto più in fretta, molti decelerano, scoprendo
che la lentezza li aiuta a vivere, lavorare, pensare e divertirsi
meglio». |
L'autore:
Carl Honoré, giornalista nato in Scozia ma cresciuto in
Canada, ha scritto articoli da vari paesi europei e dal Sud America dove
ha ha trascorso qualche tempo coi ragazzi di strada in Brasile. I suoi
articoli sono stati pubblicati dall'Economist, Observer, National Post,
Globe and Mail, Houston Chronicle and Miami Herald. Attualmente vive a
Londra. |