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Dopo aver studiato per vent'anni
i capi idioti, John Hoover ha finalmente capito perché in alcune
specie animali le femmine sopprimono i loro piccoli. Avere un capo
idiota è — dice lui — una esperienza
comune e universale. I capi idioti sono il freno dell'evoluzione
organizzativa e, come gli scarafaggi, sopravvivono alle calamità che
spazzano via persone di grande talento e creatività. Molti
— aggiunge Hoover —pensano che sia impossibile
arrivare alla piena empatia con un idiota. Ma covare risentimento, a
che cosa porta? Inaridisce il cuore, indurisce le vene, le arterie e
i capillari.
L'autore non garantisce che il suo approccio aneddotico per
sopravvivere e avere successo nonostante un capo idiota renderà più
alti, più belli, più intelligenti, o più magri. Ma, assicura, che
lui ha tutte le carte in regola per dissertare sul tema: è laureato
(come se non ci fossero idioti anche fra questa categoria), ha alle
spalle anni e anni di esperienza come lavoratore indefesso e adesso
è consulente, guarda un po', in cliniche psichiatriche. Ma, ammette,
la cosa più importante è che anche lui è un idiota. In via di
guarigione però, ma pur sempre un idiota.
Buona poi la categoria in cui divide i capi: bravi, divini,
machiavellici, masochisti, sadici, paranoici, amiconi, e infine
idioti. In base ad ognuna di questa categoria Hoover dà poi
consigli, trucchi e strategie per sopravvivere al proprio capo. |
L'autore:
John Hoover, ha alle spalle anni e anni di esperienza come
quadro, dirigente, imprenditore e consulente. Viaggia in lungo e in
largo per far conoscere i vantaggi della leadership collaborativa e
dell'organizzazione orizzontale. I clienti - dice lui - sono gentili, ma
aspettano che io me ne sia andato per ignorare i miei consigli. Ha
scritto questo libro per vendicarsi. |