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Alessandro Magno era sempre in
testa alla sua cavalleria nelle tante battaglie contro l'Impero
persiano: combatteva insieme ai suoi uomini, condividendone i
rischi, a volte le ferite. Era esattamente ciò che ci si aspettava
da lui in un'epoca in cui un re era, prima di tutto, un guerriero il
cui prestigio agli occhi dei sudditi dipendeva dalla forza e dal
coraggio dimostrati. Sir Arthur duca di Wellington invece non
incrociò mai la spada con il nemico francese a Waterloo né durante
la campagna nella penisola iberica. Eppure non si può dire che non
rischiasse: spesso doveva avvicinarsi al fronte per impartire ordini
urgenti, esponendosi così al fuoco degli avversari. Ulysses Grant,
comandante in capo degli eserciti dell'Unione durante la Guerra
civile americana, sorvegliava l'andamento degli scontri dalle
retrovie o utilizzando il telegrafo: prudenza giustificata
dall'importanza del suo ruolo e dalla crescente precisione delle
armi da fuoco. Adolf Hitler, pur sentendosi soldato per aver
partecipato alla Prima guerra mondiale, scelse di guidare la
macchina bellica tedesca da postazioni lontane diversi chilometri
dal fronte. Ciò non impedì alle sue armate di condurre con successo
le offensive che, tra il 1939 e il 1940, misero in ginocchio
l'Europa. Ma nel corso dell'Operazione Barbarossa, il mancato
contatto di Hitler con la realtà dei combattimenti lo portò a
emanare ordini strategicamente assurdi che contribuirono alla
disfatta del Reich.
John Keegan attraverso vittorie, sconfitte, decisioni rischiose e
intuizioni geniali, racconta come la figura e il ruolo del generale
siano cambiati con il mutare delle epoche, come gli ufficiali si
siano progressivamente allontanati dalle linee di fuoco e come in
guerra l'eroismo, o la sua assenza, si rivelano indissolubilmente
legati a imperativi politici e culturali. Ma nel corso della storia,
da Alessandro ai giorni nostri, le domande fondamentali rimangono le
stesse: quali sono le qualità di un grande condottiero? qual è il
modo più efficiente di comandare? e, soprattutto, perché i soldati,
a volte intere nazioni, seguono un leader con la medesima
determinazione verso la vittoria o la sconfitta? |
L'autore
John Keegan (Londra 1934) è considerato il
maggior esperto di storia militare della Gran Bretagna. Dopo aver
studiato a Oxford e lavorato per due anni all'ambasciata americana di
Londra, nel 1960 ha iniziato la sua lunga collaborazione con l'accademia
militare di Sandhurst. Per venticinque anni ha insegnato storia militare
ai cadetti dell'accademia, fino al 1986, anno in cui ha iniziato a
lavorare per il Daily Telegraph. È autore di numerosi saggi di argomento
storico e militare di grande successo. In Italia sono stati pubblicati
Uomini e battaglie della Seconda guerra mondiale (Rizzoli, 1989),
La grande storia della guerra (Mondadori, 1996), Il volto
della battaglia (il Saggiatore, 2001), La guerra e il nostro
tempo (Mondadori, 2002), La Seconda guerra mondiale (Rizzoli,
2002). |