Muore la sera ingoiandosi
l'ultimo sguardo del giorno.
Il seminatore
appende la sua bisaccia di speranze
al corno di cervo
che ha inchiodato alla parete.
Si siede a sognare, a seminare
sogni nel sogno.
A guardare nell' oscurità
le sue illusioni.
E se ne va volando, volando
come un clarinero,
o come il canto di un tulul.
Si sveglia.
La notte se n'è andata.
Si rimette in spalla la sua bisaccia.
---ooOoo---
Muere la tarde tragándose
la última mirada del día.
El sembrador
cuelga su morral de esperanzas
en el cachito de venado
que tiene metido en la pared.
Se sienta a soñar, a sembrar
sueños en el sueño.
A mirar en la oscuridad
sus ilusiones.
Y se va volando, volando
corno clarinero,
o corno canto de tulul.
Despierta.
La noche se ha ido.
Vuelve a cargar su morral.
Da Tessitore di parole,
a cura di Emanuela Jossa, Le Lettere, Firenze, 1998
(traduzione di Emanuela Jossa)
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Humberto Ak'abal
(poeta guatemalteco, 1952)
Nato a Totonicapa'n ― figlio e nipote
di sciamani di una comunità maya di lingua k'iché
― eredita dalla famiglia la
spiritualità, le consuetudini, il pensiero e le storie della sua
comunità. Gli è stato assegnato il Premio internazionale Pier
Paolo Pasolini nel 2004 per «sottolineare
il fascino dei suoi versi ed il modo straordinario con cui
descrive il rapporto di intensa comunione fra l'uomo e la natura,
l'uomo e gli oggetti, l'uomo ed i suoi simili, ancora molto forte
nella sua cultura, come in tutte le società che rimangono legate
alle proprie radici arcaiche». Tra le
sue opere principali ricordiamo Tejedor de palabras (1996),
Lluvia
de luna en la cipresalada (1996), Los cinqo puntos cardinales
(2001) e Ovillo de seda (2001).
Sul web:
La sua biografia (in spagnolo) |