I
Nell'angolo severo i giocatori
muovono i lenti pezzi. La scacchiera
li avvince fino all'alba al duro campo
dove si stanno odiando due colori.
Su di esso irradiano rigori magici
le forme: torre omerica, regina
armata, estremo re, cavallo lieve,
pedoni battaglieri, obliquo alfiere.
Quando si lasceranno i due rivali,
quando il tempo oramai li avrà finiti,
il rito certo non sarà concluso.
In Oriente si accese questa guerra
che adesso ha il mondo intero per teatro.
Come l'altro, è infinito questo gioco.
II
Debole re, pedone scaltro, indomita
regina, sghembo alfiere, torre eretta
sul bianco e nero del tracciato cercano
e sferrano la loro lotta ramata.
Non sanno che il fortuito giocatore
che li muove ne domina la sorte,
non sanno che un rigore adamantino
ne soggioga l'arbitrio e la fortuna.
Ma il giocatore è anch'esso prigioniero
(Omar lo dice) d'una sua scacchiera
fatta di nere notti e bianchi giorni.
Dio muove il giocatore, e questi il pezzo.
Che dio dietro di Dio la trama inizia
di tempo e sogno e polvere e agonie?
---ooOoo---
I
En su grave rincón, los
jugadores
Rigen las lentas piezas. El tablero
Los demora hasta el alba en su severo
Ámbito en que se odian dos colores.
Ádentro irradian mágicos rigores
Las formas: torre homérica, ligero
Caballo, armada reina, rey postrero,
Oblicuo alfil y peones agresores.
Cuando los jugadores se hayan ido,
Cuando el tiempo los haya consumido,
Ciertamente no habrá cesado el rito.
En el Oriente se incendió esta guerra
Cuyo anfiteatro es hoy toda la tierra.
Como el otro, este juego es infinito.
II
Tenue rey, sesgo alfil,
encarnizada
Reina, torre directa y peón ladino
Sobre lo negro y blanco del camino
Buscan y libran su batalla armada.
No saben que la mano señalada
Del jugador gobierna su destino,
No saben que un rigor adamantino
Sujeta su albedrío y su jornada.
También el jugador es prisionero
(La sentencia es de Omar) de otro tablero
De negras noches y de blancos días.
Dios mueve al jugador, y éste, la pieza.
¿Qué dios detrás de Dios la trama empieza
De polvo y tiempo y sueño y agonías?
Da El hacedor
(L'artefice), 1960
(traduzione di Tommaso Scarano)
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Jorge Luis Borges
(poeta e saggista argentino, 1899-1986)
Nato a Buenos Aires, segue poi i suoi genitori in Europa studiando
a Ginevra e in Spagna. Bilingue fin dall'infanzia, imparò a
leggere l'inglese prima dello spagnolo grazie all'influenza della
sua nonna materna di origine inglese. Nel 1925, Borges incontra
Victoria Ocampo ― la musa che sposerà
quarant'anni dopo ― stabilendo con lei
un'intesa intellettuale destinata a entrare nella mitologia della
letteratura argentina.
Le prime opere di Borges sono poesie di argomento soprattutto
argentino. La produzione poetica rallenta poi dal 1929 al 1960,
anni in cui maturano i temi su cui insisterà a partire da El
hacedor: gli enigmi del tempo, il culto degli antenati, la
meditazione sulla morte e l'esistenza di un piano segreto ma
incomprensibile che c'è dietro il caos apparente. Viaggiando nel
tempo e nello spazio, Borges scoprì l'infinito anche nella
letteratura orientale, a partire da quella araba delle Mille e una
notte: un libro che va «dipanando una serie infinita di atti
impersonali compiuti da uno qualunque o da nessuno».
Nonostante una ventina di candidature consecutive, non gli verrà
mai attribuito il premio Nobel, e morì a Ginevra avendo sempre
accanto la sua seconda moglie.
Sul web:
Tutto il mondo di Borges (in spagnolo)
Un omaggio fotografico di Sean Kernan
La poesia
El Tango, recitata
dall'indimenticabile compositore argentino Astor Piazzolla (1921-1992) - da
ilnarratore.com
Libri: Jorge Luis Borges: Testamento poetico letterario |