Morire per delle idee, l'idea è affascinante,
per poco non morivo senza averla mai avuta;
perché chi ce l'aveva, una folla di gente,
gridando «Viva la morte», proprio addosso mi è caduta.
Mi avevano convinto, e la mia musa insolente,
abiurando i suoi errori, aderì alla loro fede,
dicendomi peraltro in separata sede
«moriamo per delle idee», «va bè,
ma di morte lenta, va bè, ma di morte lenta».
[…]
Mourir pour des idées, l'idée est excellente,
Moi, j'ai failli mourir de ne l'avoir pas eue.
Car tous ceux qui l'avaient, multitude accablante
En hurlant à la mort me sont tombés dessus.
lls ont su me convaincre et ma muse insolente
Abjurant ses erreurs se rallie à leur foi,
Avec un soupçon de réserve toutefois:
Mourons pour des idées, d'accord!
Mais de mort lente, D'accord, mais de mort lente.
[…]
(Traduzione di Fabrizio De André) |
Georges Brassens
(cantautore francese, 1921-1981).
Nasce a Sète, stessa città di Paul Valéry, e a vent'anni fugge dal
padre che lo vuole muratore rifugiandosi a Parigi. Lavora come
operaio alla Renault e si avvicina ai gruppi anarchici che ruotano
attorno alla rivista Le libertaire. Del 1942 è la sua prima
raccolta poetica A la Venvole. Pubblica poi due romanzi di
cui uno a sue spese. La sua carriera di chansonnier comincia nel
1954 ai Deux magots dopo una audizione con G. Patachou. Di
carattere schivo - tanto da essere chiamato dagli amici L'orso
- è indifferente ad ogni moda musicale e la sua satira corrosiva
coinvolge ogni aspetto istituzionale: la religione, la guerra, la
pena di morte. Riceve da François Chirac il
Grand prix du disque nel 1971. Dal repertorio dello chansonnier
francese, come segno della sua ammirazione, Fabrizio De André ha
preso diverse canzoni, tra cui Morire per delle idee (1974). |