Non avrai altro Dio
all'infuori di me;
e chi vuol essere servo di due re?
Né falsi simulacri adorerai
se non i soldi che col tempo avrai.
Niente bestemmie, che l'imprecazione
non induca il nemico in tentazione.
Le feste sempre passa in santità,
così ti ingrazierai le autorità.
Onora padre e madre e sarai pronto
ad ottenere il tornaconto.
Non uccidere, ma non darti cura
di tener vivo alcuno con premura.
Cerca di non commettere adulterio,
di rado si soddisfa il desiderio.
Non rubare: non cercare il danno
quand'è molto più facile l'inganno.
Il falso non testimoniare mai,
menzogna filtrerà col tempo, vedrai.
L'altrui fortuna non desiderare
ma competere non è sempre sbagliare.
Infine la morale: amerai di più
di tutti quanti il Dio che sta lassù,
e mai vorrai sforzarti con successo
di amare il prossimo tuo più di te stesso.
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Thou shalt have one God
only; who
Would be at the expense of two?
No graven images may be
Worshipp'd, except the currency:
Swear not at all; for, for thy curse
Thine enemy is none the worse:
At church on Sunday to attend
Will serve to keep the world thy friend:
Honour thy parents; that is, all
From whom advancement may befall:
Thou shalt not kill; but need'st not strive
Officiously to keep alive:
Do not adultery commit;
Advantage rarely comes of it:
Thou shalt not steal; an empty feat,
When it's so lucrative to cheat:
Bear not false witness; let the lie
Have time on its own wings to fly:
Thou shalt not covet; but tradition
Approves all forms of competition.
The sum of all is, thou shalt love,
If any body, God above:
At any rate shall never labour
More than thyself to love thy neighbour."
The Poem of Arthur Hugh
Clough
(traduzione di Elisa Bizzotto)
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Arthur Hugh Clough
(poeta inglese, 1819-1861)
Originario di Liverpool e figlio di un
importatore di cotone dall'America, Clough divenne l'allievo
prediletto di Thomas Arnold, il preside che aveva riformato gli
studi secondari in Inghilterra. Nel 1843 visitava per la prima
volta Firenze e nel corso d'un classico itinerario mistico
raggiungeva Vallombrosa, Camoldoli, La Verna. Marito d'una cugina
di Florence Nightingale, si dava anch'egli alla causa dei feriti
di guerra, in un tirocinio letterario fervido e serrato. La sua
esistenza intellettuale, tormentata dalla malattia che doveva
portarlo precocemente alla tomba, è ricca e complessa: problemi
religiosi, conflitti e insoddisfazioni, si intrecciano e fanno di
lui una personalità che anticipa la rivolta all'epoca vittoriana.
Anch'egli fu compartecipe della cause della libertà italiana, e i
suoi versi ne sono testimonianza. Di ritorno da un viaggio in
Grecia, la morte lo colse a Firenze mentre stendeva il suo quarto
e incompiuto poemetto, Mari Magno. L'epitaffio della sua
tomba è tolta dal poemetto Thyrsis del suo amico Matthew
Arnold (1822-1888). |