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LE POESIE DI EFIRA

Ultima poesia pubblicata | Per autore A - L | M - Z | Le favole

La morte del lupo
La mort du loup
di Alfred de Vigny

[…]
Ahimè! pensai, seppur uomini ci chiamiamo,
quanto di noi ho vergogna, deboli come siamo!
Come lasciar la vita e tutti i suoi mali
voi solo lo sapete, mirabili animali!
Nel veder quel che nel mondo fummo, e quanto si lascia in questo,
grande solo è il silenzio; debolezza tutto il resto.
― Ah! T'ho ben capito, mio selvaggio viaggiatore,
e l'estremo sguardo tuo m'è sceso fino al cuore!
Diceva: «Se riesci, fa' che l'animo tuo austero,
anni ed anni trascorrendo nello studio e nel pensiero,
giunga a quest'alta vetta di Stoica fierezza,
che, pur nato fra i boschi, subito toccai con destrezza.
Gemere, lacrimare, pregare è sempre vile.
― Adempi l'aspro tuo dovere, sii virile
nella via in cui la Sorte ti volle chiamare,
e alfin soffri e muori al par di me, senza parlare».

---ooOoo---

[…]
Hélas! ai-je pensé, malgré ce grand nom d'Hommes,
Que j'ai honte de nous, débiles que nous sommes!
Comment on doit quitter la vie et tous ses maux,
C'est vous qui le savez, sublimes animaux!
A voir ce que l'on fut sur terre et ce qu'on laisse,
Seul le silence est grand; tout le reste est faiblesse.
Ah! je t'ai bien compris, sauvage voyageur,
Et ton dernier regard m'est allé jusqu'au coeur!
Il disait: «Si tu peux, fais que ton âme arrive,
À force de rester studieuse et pensive,
Jusqu'à ce haut degré de Stoїque fierté
Où, naissant dans les bois, j'ai tout d'abord monté.
Gémir, pleurer, prier est également lâche.
Fais énergiquement ta longue et lourde tâche
Dans la voie où le Sort a voulu t'appeler,
Puis après, comme moi, souffre et meurs sans parler».
 

Da I Destini, III
(traduzione di D. Monda)

Alfred de Vigny (1797-1863)

Alfred de Vigny (poeta e scrittore francese, 1797-1863)
Di famiglia aristocratica, entrò nell'esercito nel 1814, sognando la gloria militare, ma fu ben presto disilluso dal tedio della monotona vita di guarnigione e dal disgusto della spedizione contro i liberali di Spagna. Frequentò i cenacoli romantici, a cominciare da quello di Victor Hugo, di cui divenne amico. L'amore per l'attrice Marie Dorval ispirò a de Vigny nel 1831 La Maréchale d'Ancre, un dramma storico sullo sfondo della corte di Luigi XIII. In Le destinées, pubblicati postumi, de Vigny si gioca tutto il conflitto tra l'alto destino cui è chiamato il Poeta, ed il vile materialismo della borghesia emergente.
Nel 1853 decise di ritirarsi nella sua tenuta del Maine-Giraud, dove trascorse gli ultimi dieci anni di vita accanto alla moglie malata, in raccoglimento e solitudine.

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