Non ho nessun motivo di
contestare la mescolanza
d'acqua viola e cristalli, d'erbe abrasive, olii minerali
― Non voglio lamentarmi di
vivere qui.
Vivere qui. Eppure pareva impossibile. Noi percor-
riamo ai limiti dell'autunno le gore, i lampi, i solchi
venerabili dell'industria trascorsa, scene solenni,
e siamo indietro, con i padri che non sanno, a toss-
ire nelle mattine di sciopero; o avanti, dove non si ve-
de più e dove da vivi non ci cammineremo.
Guarda come da tutti i tubi di neon ronza, grande,
da tutti gli spogliatoi, la fabbrica. Ma di che stai par-
lando, dimmi? In che secolo nella sezione vuota tira
male la stufa?
(1961)
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Franco Fortini
(scrittore e poeta italiano, 1917-1994)
Nasce a Firenze da padre ebreo e madre cattolica (Fortini è il
cognome della madre anziché del padre, Lattes).
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 fugge in Svizzera dove si
unisce ai partigiani della Valdossola, e finita la guerra si
stabilisce a Milano.
Critico letterario, traduttore e polemista oltre che poeta e
scrittore, Fortini ha un posto di primissimo piano tra gli
intellettuali della seconda metà del secolo scorso. Attraverso la problematica dell'ermetismo, arriva presto a
una forma di marxismo critico che lo colloca in una posizione
fortemente polemica sia verso l'establishment letterario che verso le neoavanguardie. La sua produzione poetica, iniziata già
ben prima della guerra, è stata raccolta integralmente nel volume
Una volta per sempre del 1978. |