Tu vedi, dovunque guardi,
solo vanità sulla terra.
Quello che uno costruisce, è distrutto domani da un altro,
dove ora vivono città, domani vedrai un prato
e un pastorello vi giocherà con la greggia.
Quello che ora fiorisce fastoso, verrà calpestato fra poco.
Quello che ora presume tanto e si vanta, è cenere e ossa
domani.
Nulla v'è, che sia eterno, non metallo, non marmi.
Ora la sorte ci arride, tuoneranno i lamenti tra poco.
La gloria delle alte imprese passerà come un sogno.
Sosterrà il gioco del tempo, il fragile uomo?
Ah, ciò che stimiamo prezioso, cos'è tutto questo,
se non meschina nullità, polvere vento e ombra,
se non fiore di prato, che più non si ritrova?
Ma non trovi nessuno che voglia pensare all' eterno.
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Du siehst, wohin du
siehst nur Eitelkeit auf Erden.
Was dieser heute baut, reist jener morgen ein:
Wo itzund Städte stehn, wird eine Wiese sein
Auf der ein Schäferskind wird spielen mit den Herden:
Was itzund prächtig blüht, soll bald zertreten werden.
Was itzt so pocht und trotzt ist Morgen Asch und Bein
Nichts ist, das ewig sei, kein Erz, kein Marmorstein.
Itzt lacht das Glück uns an, bald donnern die Beschwerden.
Der hohen Taten Ruhm muß wie ein Traum vergehn.
Soll denn das Spiel der Zeit, der leichte Mensch bestehn?
Ach! was ist alles dies, was wir für köstlich achten,
Als schlechte Nichtigkeit, als Schatten, Staub und Wind;
Als eine Wiesenblum, die man nicht wiederfind't.
Noch will was ewig ist kein einig Mensch betrachten!
Gesamtausgabe der
deutschsprachigen Werke
(traduzione di R. Fertonani)
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Andreas Gryphius
(poeta tedesco, 1616-1664)
Andreas Gryphius, nome latinizzato di Andreas Greif, appartenne ad
una famiglia di pastori protestanti. Ebbe una giovinezza difficile
a causa di continue malattie e per i drammatici avvenimenti della
guerra dei Trent'anni. Da giovane studente trovò scampo a Danzica
e nel 1638 si recò a Leida dove studiò lingue antiche e moderne.
I suoi drammi hanno una struttura rigorosa e sono imperniate su
figure di eroi e di martiri. Della produzione teatrale si
ricordano Leo armenius (1650), dramma politico sul
machiavelismo, Katharina von Georgien (1657),
Grossmütiger rechs-gelehrter oder sterbender Aemilius Paulus
Papinianus (1659).
Gryphius sviluppa un linguaggio tutto suo, e sente più di ogni
altro del suo tempo il contrasto tra l'anima divina e la finitezza
della carne. La vanità - dunque - delle cose terrene. |