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LE POESIE DI EFIRA |
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Barcaiolo
di Rabindranath Tagore |
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Desidero andare
all' altra sponda del fiume,
sotto i grovigli di bambù,
dove le barche sono legate
una accanto all' altra.
I contadini attraversano
con l'aratro sulle spalle
e i pescatori gettano le reti,
i pastori a nuoto passano
con i loro armenti.
A sera di là tutti
tornano a casa.
A notte alta
solo gli sciacalli ululano
sotto le erbacce della riva.
Mamma, se vuoi
da grande farò
il barcaiolo del traghetto.
Ho sentito che oltre
la riva c'è uno stagno
e dopo le piogge
volano a grandi stormi
uccelli acquatici.
Sulle rive crescono
folti canneti,
casa di tanti gioielli.
Dopo tanti zig-zag
impronte di piedi nel fango.
Da molti giorni, mamma, a sera,
da un angolo del soffitto
ho visto attento
il chiar di luna
nella foresta d'erbe bianche.
Mamma, se ti piace,
quando sarò grande
farò il barcaiolo del traghetto.
Andrò da questa all' altra riva
spingendo la barca.
Tutti i bambini al bagno
sulle rive del fiume
mi vedranno meravigliati.
Quando il sole s'alzerà alto,
a mezzogiorno,
verrò a te di corsa:
«Mamma, ho tanta fame,
dammi da mangiare!»
Quando si farà buio
a sera ritornerò ancora
dentro la tua casa.
Non andrò, come papà,
a lavorare lontano.
Mamma, se ti piace,
quando sarò grande,
farò il barcaiolo del traghetto.
Da Sissu |
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Rabindranath Tagore (poeta e scrittore indiano, 1861-1941).
Dal nome anglicizzato di Rabindranatha Thakur, Tagore nasce a
Calcutta da una ricca famiglia di intellettuali (il padre era
filosofo) e viene mandato in Gran Bretagna per studiare diritto.
Torna nel 1878 in India, e qui si afferma come il maggior
scrittore dell'era coloniale, pubblicando una vastissima opera che
comprende saggi, romanzi, racconti, diari di viaggio. Nel 1901
fonda nella sua proprietà di Santiniketan la scuola dalla quale,
nel 1921, nasce poi l'Università internazionale Vishva Bharati.
Amico del Mahatma Gandhi, ma di cui non condivide i metodi di
lotta troppo radicali e nazionalistici, Tagore affida a lui il
timone della sua creatura più preziosa quando oramai è vicinissimo
alla morte: l'Università da lui fondata. La sua fama è già enorme
nel 1913, tanto da fruttargli il premio Nobel per la letteratura.
Le sue opere, scritte originariamente in bengali e in parte
tradotte in inglese dall'autore stesso, sono pervase da un
profondo amore per la natura e da una religiosità di matrice
panteista. |
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