Quanno, de notte,
sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello,
tutta la folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co' le braccia in croce.
Ma un vecchio restò in piedi, e francamente
voleva dije che nun c'era gnente.
Poi ripensò: "Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vede ch'è un lenzolo:
ma, più che di' la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione".
E pure lui se mise a pecorone.1
1 Nella stessa posizione della folla.
Libro muto |
Trilussa
- Carlo Alberto Salustri (1871-1950),
Trilussa scelse questo pseudonimo da un anagramma del proprio
cognome. Nato a Roma, fu autore di un gran numero di poesie in
dialetto romanesco. Lungi dall'essere un intellettuale, fonte della
sua ispirazione erano le strade di Roma, assai più che i libri.
Quando un giornale locale gli pubblicò i primi versi, questi
conobbero presto il consenso dei lettori e furono in seguito
pubblicati nella prima delle sue molte raccolte di poesie. La sua
fama crebbe, e tra il 1920 e il 1930 la sua notorietà raggiunse il
culmine. Tuttavia non frequentò mai i circoli letterari, ai quali
continuava a preferire le osterie. A soli pochi giorni dalla sua
morte, gli veniva riconosciuto il titolo di senatore a vita per alti
meriti in campo letterario e artistico. |