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MONOLOGO DI UN ARISTOCRATICO DELLO SPIRITO
di Robert Musil |
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Prefazione |
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Robert Musil
(1880-1942) |
Robert Musil nacque a
Klagenfurt, in Austria da antenati che provenivano da varie parti
dell'impero asburgico. Padre ingegnere e professore al Politecnico
di Brno, Musil compì gli studi secondari presso questa città nel
collegio militare di Mährisch-Weisskirchen, dove fu ambientato il
suo primo romanzo,
I turbamenti del giovane Törless. Nel 1901 divenne ingegnere
meccanico e fu assistente volontario per un breve periodo al
Politecnico di Stoccarda. Si trasferì poi a Berlino dove seguì
corsi di filosofia e di psicologia sperimentale, addottorandosi
nel 1908 con una tesi su Ernst Mach (relatore il filosofo e
psicologo Carl Stumpf). I contrasti però con Stumpf erano
notevoli, tanto da pregiudicare la sua carriera accademica a
Berlino. Partecipò alla I guerra mondiale come ufficiale e, dopo
la fine del conflitto, lavorò come bibliotecario, redattore
editoriale e impiegato del ministero per la propaganda alle
truppe. Dal 1923 si dedicò all'attività letteraria a tempo pieno,
grazie anche agli aiuti economici prima dell'editore Rowohlt, e
poi di alcuni amici. Con l'avvento del nazismo lasciò Berlino,
dove si era stabilito nel 1931, per tornare a Vienna, da cui
emigrò in Svizzera dopo l'Anschluß del 1938. Qui visse fino
al 1942, quando una apoplessia cerebrale lo fulminò alla scrivania
mentre stava lavorando al suo capolavoro incompiuto:
L'uomo senza qualità. Le ceneri, per sua volontà, furono
disperse dalla moglie in un bosco nei dintorni della casa.
L'opera più importante di Musil è
L'uomo senza qualità. In essa lo scrittore esprime sia la crisi
sociale di un'epoca e di una cultura, che la tensione utopica che
lo animava; il protagonista Ulrich è ricco di straordinarie
qualità, ma è incapace di trovare uno scopo cui ap plicarle. Tra
le sue altre opere, vanno menzionate le novelle impressioniste
raccolte in
Incontri, le commedie
I fanatici e
Vinzenz e l'amica degli uomini importanti, nonché vari saggi,
tra cui particolarmente famoso è quello tenuto nel 1937 su invito
della Lega austriaca del lavoro
Sulla stupidità.
Sul tema della stupidità, e fin dalle prime battute, lo scrittore
ci rivela qualità insospettate su questa caratteristica degli
umani. «Se la stupidità non assomigliasse
tanto al progresso, al talento, alla speranza e al miglioramento»,
afferma Musil, «nessuno vorrebbe essere stupido».
Dai frammenti postumi in prosa è tratto il
Monologo di un aristocratico dello spirito:
una riflessione elegante ed ironica sulle qualità di chi è
predestinato a governare o a fare carriera. E' ragionevole
affermare, dice Musil, che spetta ai migliori nel campo dello
spirito governare noialtri, come è lampante il fatto che tocca
agli uomini più pingui mangiare le porzioni più grosse.
Contemporaneamente però - con sarcasmo - osserva che poiché non esistono esami da
superare per riconoscerla, «la nobiltà dello spirito, rispetto a
quella tradizionale, ha il vantaggio che uno se la può conferire
da solo».
Luca Liguori (5 aprile 2004)
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Monologo di un aristocratico
dello spirito
Non vi è affermazione che suoni più ragionevole di questa: spetta ai
migliori, nel campo dello spirito, di governarci (noialtri, il
popolo); ciò è lampante quanto il fatto che tocca agli uomini piu
pingui mangiare le porzioni più grosse. Inoltre, la nobiltà dello
spirito, rispetto a quella tradizionale, ha il vantaggio che uno se
la può conferire da solo. Non c'è dunque da stupirsi se oggi tante
persone sono contro gli effetti distruttivi e livellatori del
socialismo e auspicano di veder regnare un' aristocrazia dello
spirito; perché è questo il termine che si è adottato nel linguaggio
corrente. Prova ne sia che anche grassi borghesi, i quali hanno
sempre scambiato la Terra per il proprio abituale tavolo al caffè,
oggi vi si sentano obbligati dalle circostanze.
Anch'io rientro in questo novero.
Maligni avversari sostengono naturalmente che gli spiriti davvero
grandi, se mai dovessero seguirci e assumere la direzione del
«popolo», sarebbero tanto poco capaci di governare quanto di
fabbricare una scopa o di fare un nodo marinaro, avendo essi
interessi affatto diversi dalla politica.
Ma, alla base di ciò, vi è un grosso equivoco. Ci si deve immaginare
una buona volta come andrebbero realmente le cose. Per esempio, come
si riconoscerebbero i migliori nel campo dello spirito? Beh,
naturalmente si organizzerebbero degli esami. Maturità, laurea,
abilitazione e simili. Chi ha superato questi esami non ha bisogno
di andare in fabbrica, bensì otterrebbe un'adeguata e confortevole
posizione, muovendo dalla quale l'avanzamento diventa automatico con
gli anni. Un maturando può arrivare al grado di direttore di
cancelleria, un laureando a quello di consigliere ministeriale, se
non vi sono ostacoli. Ed ora si rifletta: cambierebbero molto le
cose? Per i gradi più elevati e dirigenziali o per più sollecite
promozioni si dovrebbero in ogni caso adottare speciali misure
precauzionali. Ma anche questo non presenta difficoltà. Ci si chieda
soltanto: come si fa oggi a diventare professore universitario?
Bisogna sapere certe cose e averne fatte altre, ma non è questa, di
gran lunga, la difficoltà principale, in quanto per ogni cattedra
vacante vengono sempre proposti tre dotti, dal che si può constatare
che la specializzazione per una cattedra è tre volte più a buon
mercato che la cattedra in una specializzazione. La qualità
decisiva, di conseguenza, è di avere le migliori aderenze. Allora si
diventa Alto Aristocratico dello spirito. E anche nella burocrazia
si va avanti quando corre voce che si è un uomo intelligente, cosa,
questa, difficilmente controllabile nell' attività burocratica.
Perché non si dovrebbe mantenere un simile tipo di selezione anche
nella società del futuro? Non diversamente stanno oggi le cose per i
grandi spiriti della letteratura. Chi scrive una boiata che chiunque
butta giù, trova molti lettori, e chi ha molti lettori è un grand'uomo;
perché chi guadagna molto fa guadagnare altri, che lo lodano e lo
stimano. Insomma, già oggi abbiamo in questo campo, per così dire,
un suffragio universale delle autorità e una corruzione elettorale
quasi ungherese.
Forse in futuro nelle questioni della nobiltà dello spirito
socialmente ratificata, cosi come avveniva per quella imperiale, si
potrà utilizzare il denaro in modo più efficace, ma, in generale,
questa visione avveniristica non è nient'altro che la condizione in
cui già oggi è stato ridotto lo spirito. L'accusa di utopia è
dunque, come ho dimostrato, del tutto ingiustificata. L'unico punto
che per ora neppure io capisco è, semplicemente, che cosa non mi
vada bene dello stato attuale. Forse qui mi sono lasciato trascinare
a commettere un'ingiustizia, il che non si addice a un aristocratico
dello spirito.
Robert Musil |
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Fonti:
Romanzi brevi, novelle e aforismi di Robert Musil.
Editore Einaudi -Collana I millenni. Biblioteca dell'Orsa, 1986.
Sulla stupidità di Robert Musil. Editore Archinto, Collana
Le vele, 2001.
Links:
http://www.xs4all.nl/~jikje/New/index.html
Un sito in inglese molto ricco di materiali: biografia, rassegna
delle opere, diari.
http://www.musilmuseum.at
Immagini, frammenti dalle opere, links ad altri siti di interesse
su Musil. |
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