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LE LETTURE DI EFIRA II

Indice III | II | I | Spotlights | Controcorrente

Filoteo Giordano Bruno Nolano (1548-1600)

Alcuni modi di impiegare le immagini per rap- presentare cose e parole
di Giordano Bruno - 23 febbraio 2004
Questo brano è tratto da Il canto di Circe scritto da Giordano Bruno a Parigi nel 1582, e assieme anche al suo De Umbris Idearum, è uno dei testi base per tutti coloro che si interessano dell'arte della memoria. Quest'arte viene coltivata sopratutto dai Frati Domenicani nel cinquecento che, dovendo svolgere l'attività di predicatori, hanno la necessità di conoscere bene i libri sacri per poterli citare in modo perfetto.

Buddha (563 ca. - 483 a.C.)

Lo stolto e il saggio
di Buddha - 16 febbraio 2004
Gli aforismi sullo stolto (Bla-Vagga) e sul saggio (Pandita-Vagga), sono tratti dal Dharma-pada (I versetti della legge), l'opera che rispecchia più fedelmente il nocciolo della disciplina buddhista e che, con le sue 423 strofe, è ritenuto il cuore  di tutte le meditazioni filosofiche indiane.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C.-65 d.C.)

La vera gloria
di Lucio Anneo Seneca - 9 febbraio 2004
Epicuro indirizza la nobile massima ad Idomeneo esortandolo ad arricchire Pitocle ma non con i mezzi comuni, che sono malsicuri. «Se vuoi far ricco Pitocle,» egli dice «non aumentare il suo danaro, ma riduci i suoi desideri.»

Erich Fromm (1900-1980)

L'esercizio dell'autorità
di Erich Fromm - 2 febbraio 2004
Nell'avere ed essere come esperienza quotidiana, Fromm afferma che dal momento che la società in cui viviamo è dedita all'acquisizione di proprietà e di guadagno, «raramente ci capita di trovarvi manifestazioni della modalità esistenziale dell'essere, e la maggior parte di noi considera la modalità dell'avere come la più naturale, anzi l'unico stile di vita accettabile».

Johan Wolfgang von Goethe (1749-1832)

Diario di Ottilie
di J. Wolfgang Goethe - 26 gennaio 2004
Sossio Giametta, definisce le Massime e riflessioni un diario di lotta: «giacché esse indicano, in maniera tipica, tipizzata, le tappe da percorrere, le difficoltà da superare e i modi di superarle sulla via dell'elevazione morale». (26 gennaio 2004)

Baruch Spinoza (1632-1677)

Umiltà e superbia
di Baruch de Spinoza - 19 gennaio 2004
«Chiamo Schiavitù l'impotenza umana nel moderare e tenere a freno gli affetti: l'uomo che è soggetto agli affetti, infatti, non è padrone di sé, ma in balia della fortuna nel cui potere è a tal punto che spesso è costretto, sebbene veda il meglio, a seguire tuttavia il peggio»

Adam Smith (1723-1790)

Il dissimulatore
di Adam Smith - 12 gennaio 2004
Quando si vive in periodi di disordine e di incertezza ― dice Smith ― bisogna stare molto attenti: «l'esigenza di difesa personale obbliga la maggior parte degli uomini a ricorrere alla destrezza, all'adulazione, ed al falso adattamento a quella che in questo momento è la parte vincente».

Baltasar Gracian y Morales (1601-1658)

L'uomo che sa mettersi in mostra
di Baltasar Gracián y Morales - 5 gennaio 2004
L'atteggiamento dell'uomo della controrifor-ma nel mondo è illustrato dalle opere del gesuita spagnolo Baltasar Gracián. Gracián crede nella perfettibilità dell'uomo singolo e nella sua progressiva formazione non solo spirituale ed intima, ma anche come capacità di riuscita nella vita. «Nessuno nasce già fatto ― egli dice ― e di giorno in giorno si va perfezionando nella persona e negli intenti».

Arthur Schopenhauer (1788-1860)

Le qualità che suscitano astio e risentimento
di Arthur Schopenhauer - 22 dicembre 2003
La maggior parte degli uomini ― più o meno conscia della propria mediocrità ― si sente minacciata dal merito, dal valore o più semplicemente dalla presenza di qualità intellettuali e morali superiori. Una persona che merita e che si aspetti riconoscimento, sperimenterà a sue spese che la paura e la viltà degli altri gli decreterà una lotta senza quartiere.Sul Lavoro

Theodor W. Adorno

Pierino Porcospino
di Theodor W. Adorno - 15 dicembre 2003
Alla critica dell'estetica fatta in nome del bello, Adorno contrappone un feroce giudizio sulla mancanza di eleganza mettendo a nudo l'uso del gusto formale delle convenienze. Il titolo di questo aforisma, tratto da Minima Moralia - Meditazioni della vita offesa, è chiaramente ispirato al mitico personaggio inventato dallo psichiatra tedesco Heinrich Hoffmann (1809-1894).

 

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