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Caesarem vehis.
Porti Cesare.
Frase con la quale Cesare,durante una burrasca, esortò il capitano che pilotava la nave sulla quale si trovava. Si usa per incoraggiare quanti lavorano per una causa giusta e nobile.

Caligat in sole.
Non ci vede in pieno sole.
Quintiliano


Capitis deminutio.
Menomazione personale, perdita di dignità.
Si usa per indicare un cambiamento in negativo subìto da qualcuno, so-prattutto nell'ambito della carriera. Lett. "diminuzione di persona", formula con cui nella giurisprudenza romana si indicava originariamente la perdita di un individuo da parte della comunità e, poi, la perdita dei diritti civili da parte di un cittadino.

Caput imperare, non pedes .
A comandare è la testa, non i piedi.

Caput orbis / Caput mundi.
Centro del mondo.
Appellativo dato da molti autori (Cicerone, Orazio, Ovidio, Virgilio, ecc.) alla Città Eterna.

Carmina non dant panem.
Le poesie non danno pane.

Carpe diem ( ... quam minimum credula postero).
Cogli il giorno o l'attimo fuggente (e nel domani credi il meno possibile).
Orazio


Carpe diem.
Cogli l'attimo fuggente, cioè le gioie, non solo di ordine materiale, che la vita offre, giorno per giorno.
Orazio (Odi, I, II, 8)

Si usa, anche nel linguaggio comune, come invito a godere la vita, senza preoccuparsi del futuro. Estens.: Indica un atteggiamento di vita libero da preoccupazioni e scrupoli. Lett. "afferra il giorno", espressione desunta dalle Odi di Orazio (I, 11, 8) che sintetizza l'ideale della filosofia stoico-epicurea.

Carpent tua poma nepotes.
I nipoti raccoglieranno i tuoi frutti.
Virgilio

Si può intendere nel significato che altri mieteranno dove noi abbiamo seminato, ed anche nel senso meno egoistico che l’uomo non deve lavorare solo per sè stesso, ma anche per le generazioni future.

Castigat ridendo mores.
Scherzando sferza i costumi.
Jean de Santeuil

Questa iscrizione, posta sul frontone di vari teatri, è dovuta al poeta latinista francese. La commedia e la satira, spargendo il ridicolo sui vizi e difetti umani, sono un apporto importante per la riforma dei costumi.

Casus belli.
Caso (causa) di guerra.
Propriamente è un atto grave che provoca la dichiarazione di guerra fra due nazioni; ma per estensione e ironicamente si dice di cose minuscole che, per l’esagerazione delle persone interessate, diventano altrettanti casus belli.

Causa patrocinio non bona, peior erit.
Una causa cattiva, peggiora se la si difende.
Ovidio

Corrisponde all’altro proverbio dialettale veneto: Pezo el tacòn del buso (È peggio il rammendo che lo strappo).

Cave canem.
Attenti al cane!
Si usa come avvertimento, in genere affisso su una porta, un cancello e simili, per segnalare la presenza di un cane da guardia. Fig.: Espressione in cui si consiglia genericamente di essere prudenti. La scritta appariva spesso nei mosaici dei pavimenti delle case romane insieme alla rappresentazione di un cane furioso.

Caveant consules.
I consoli stiano attenti.
Inizio d’una raccomandazione che il Senato romano faceva ai consoli quando lo Stato era in pericolo, e continuava: ne quid respublica detrimenti capiat (affinchè la repubblica non riceva danno); ma generalmente si citano solo le due prime parole, per dire: " Provveda chi è alla testa; se la sbrighi chi comanda!"

Caveat Emptor.
Stia attento chi compra.

Cedant arma togae.
Le armi lascino posto alle toghe.
Cicerone (De off. I, 22)

Frase pronunciata da Cicerone in memoria del suo consolato. Si cita la frase come auspicio per esprimere il desiderio che il governo militare, simboleggiato nelle armi, faccia posto al governo civile, rappresentato nella toga.

Cerebrum non habet.
Non ha cervello.
Fedro

È l’esclamazione della volpe che, avendo trovata una maschera teatrale, la trova molto bella ma... priva di cervello. Corrisponde al nostro proverbio: L’abito non fa il monaco o all’altro: Le apparenze ingannano

Cessat.
Rimane.

Ceteris paribus.
A parità di tutte le altre circostanze.
La frase è d’uso frequente nei paragoni, quando si vuoi stabilire una base comune di uguaglianza fra due oggetti, e far risaltare il punto di divergenza, oppure nelle leggi e nei contratti per fissare le condizioni. Si trova anche nei Promessi Sposi al cap. XXVII.

Ceterum censeo Carthaginem esse delendam.
Comunque penso che Cartagine è da distruggere.
Catone


Cibi condimentum esse famem.
La fame è il condimento del cibo.
Cicerone


Cicero pro domo sua.
Cicerone in difesa della sua casa
Ciceerone

Titolo di un’ orazione tenuta dal sommo oratore per riavere l’area e i fondi per rifabbricare la sua casa, confiscatagli durante l’esilio. Si cita volentieri all’indirizzo di chi difende con fervore una causa propria, o di chi si esalta nel far valere le proprie ragioni.

Civis Romanus sum.
Sono cittadino romano.
Cicerone (In Verrem, 11, V, 62)

Frase ripetuta con orgoglio da vari personaggi latini, per far valere i privilegi che loro erano concessi dalla cittadinanza Romana. Anche ai prigionieri, se potevano vantare tale prerogativa, veniva riservato un trattamento di favore.

Claudite iam rivos, pueri.
Chiudete i ruscelli o fanciulli, i prati hanno bevuto a sufficienza.
Virgilio (Egloghe, III, 111)

Si cita per invitare qualcuno a tacere dopo un lungo discorso, o a finire qualche noiosa o laboriosa occupazione.

Clausulae insolitae indicunt suspicionem.
Le clausole insolite sono sospette.

Coactus volui.
Volli, ma costretto.

Coelo tonantem credidimus Iovem regnare.
Abbiamo creduto che Giove regnava in cielo quando lo abbiamo sentito tuonare.
Orazio (Odi, III, 5, 1)

La massima si applica a coloro che diventano religiosi solo quando si trovano in qualche necessità, come si dice dei marinai che fanno voti durante la burrasca: promesse da marinaio!

Coeteris paribus
Legislazione vigente

Cogito ergo sum.
Penso, dunque sono (esisto).
Cartesio

È la massima fondamentale del sistema filosofico che da Descartes prese il nome di cartesianismo, sintetizzato in questo principio: "Per raggiungere la verità, bisogna almeno una volta nella vita disfarsi di tutte le opinioni ricevute e ricostruire di nuovo e dalle fondamenta, tutti i sistemi delle proprie conoscenze ".

Compos sui.
Padrone di sé.

Concordia parvae crescunt, discordia maximae dilabuntur.
Con la concordia le piccole cose crescono, con la discordia anche le più grandi vanno in rovina. 
Sallustio (Giugurt. 10, 6)

Con la concordia crescono le piccole cose, con la discordia vanno in malora anche le più grandi.Tito Livio nelle sue Storie ripete sotto altra forma il medesimo concetto: "Duas ex una civitate discordia facit (Il, 24)" (La discordia divide la città in due), e "Nihil concordi collegio firmius ad rempublicam tuendam (X, 22)" (Non vi è niente di più sicuro per la tutela d’uno Stato, che un consiglio di governanti concorde).

Conditio sine qua non.
Condizione indispensabile.
Si usa per indicare una condizione necessaria perché una cosa avvenga o perché si raggiunga un determinato scopo. Lett.: "condizione senza la quale non", locuzione usata negli antichi trattati di logica.

Conscia mens recti famae mendacia risit.
La coscienza retta si ride delle bugie della fama (ossia delle mendaci ciarle del pubblico).
Ovidio


Consilia qui dant prava cautis hominibus, et perdunt operam et deridentur turpiter.
Quelli che danno cattivi consigli a uomini prudenti perdono il tempo e sono oggetto di derisione.
Fedro

Un coccodrillo vedendo un cane dissetarsi, correndo, alle acque del Nilo, gli disse di fermarsi e di bere con tutta tranquillità. Il cane gli rispose: Lo farei, se non sapessi quanto ti piaccia la mia carne. Vi corrisponde il proverbio: Guardati da chi ti consiglia a scopo di bene...

Consummatum est.
(Tutto) è compiuto! 
San Giovanni Apostolo (Nuovo Testamento, XIX, 30)

Sono le ultime parole del Redentore sulla croce. Si citano a proposito di qualche disastro, d’un grande dolore, della morte d’un caro parente, ecc.

Contra legem.
Contro la legge.

Contra potentes nemo est munitus satis.
Nessuno è abbastanza difeso contro i potenti.
Fedro (L'Aquila e la Cornacchia)

Sentenza quasi parafrasata dal Manzoni nel cap. VII dei Promessi Sposi: « Le parole dell’iniquo che è forte, penetrano e sfuggono. Può adirarsi che tu mostri sospetto di lui, e, nello stesso tempo farti sentire che quello che tu sospetti è certo: può insultare e chiamarsi offeso, schernire e chieder ragione, atterrire e lagnarsi, essere sfacciato e irreprensibile

Contra spem.
Contro (ogni) speranza.

Contraria contrariis curantur.
Curino i contrari con i contrari.
È un principio della così detta medicina allopatica o classica; mentre quello della omeopatica suona: "Similia similibus curantur" (Le malattie si guariscono con rimedi simili).

Coram populo.
Davanti a tutto il popolo.
Orazio (Ars poetica, 185)

In pubblico, alla presenza dì tutti. Lo si usa quando si vuole indicare che una notizia, deve essere proclamata ai quattro venti.

Corruptio optimi pessima.
Ciò che era ottimo, una volta corrotto, è pessimo.
San Gregorio Magno


Corruptissima republica plurimae leges.
Le leggi sono moltissime quando lo stato è corrottissimo.
Tacito


Credere est cum assensione cogitare.
Credere è pensare con libera adesione.
Sant'Agostino


Credo quia absurdum.
Credo perchè è assurdo.
Tertulliano


Credo ut intelligam, non intelligo ut credam.
Credo per comprendere, non comprendo per credere.
Sant'Anselmo


Crescit eundo
Cresce a mano a mano che avanza.
Lucrezio

Si usa in senso generico per indicare che qualcosa, un fatto, un movimento o una corrente di pensiero, acquista sempre più forza via via che si diffonde. Deriva da un passo di Lucrezio (6, 340 ss.) riferito alla velocità del fulmine che cresce con l'andare. Virgilio (En. 4, 174) usa la stessa espressione riferendola al propagarsi della fama.

Crimen Iaesae (maiestatis).
Delitto di lesa maestà.
Motto giuridico per designare il massimo dei delitti. Spesso si adopera ironicamente per cose da nulla, ingrandite tanto dagli altri da farne un crimen laesae maiestatis.

Crimen silentii.
Delitto di silenzio. (omissione).
Omissione di denunzia.

Cui prodest scelus, is fecit.
A chi giova il fatto avvenuto, egli l'ha compiuto.
Seneca


Cuique suum.
A ciascuno il suo.
Aforisma della legislatura romana. Concorda con il precetto evangelico: Reddite Caesari quae sunt Caesaris, et quae sunt Dei Deo (Rendete a Cesare quello che è di Cesare, ed a Dio quello che è di Dio).

Cuius regio, eius et religio.
Tale paese, tale religione.
Corrisponde al nostro: Paese che vai usanze che trovi; ma alla lettera vorrebbe significare che bisogna adottare la religione della Nazione in cui uno si trova.

Cuivis homini est errare, nullius nisi insipientis est perseverare in errore .
Errare è tipico di ogni uomo, ma perseverare nell'errore è tipico dello sciocco.

Culpam poena premit comes.
Il castigo segue come compagna la colpa.
Orazio (Odi IV, 5)

Cioè, o presto o tardi ogni delitto ha il suo castigo.

Cum sunt partium iura obscura reo favendum est potius quam actori. 
Quando le ragioni delle parti non sono limpide, bisogna favorire il «convenuto» piuttosto che l'"attore".

Cuncta supercilio moventis.
Muove tutte le cose con un muovere di ciglia.
Orazio (Odi, III, I)

Cioè con l’aggrottare delle sopracciglia. Orazio la riferisce a Giove, padre degli dèi, di cui esalta l’onnipotenza. Si adatta anche a persone che, costituite in qualche carica, si danno arie superiori alla loro condizione.

Cupio dissolvi.
Desidero sparire.

Currenti calamo.
A penna veloce, di fretta.
Si dice di uno scritto composto in tutta fretta, senza badare alla forma e senza una profonda meditazione. Lett. "con la penna che corre".

Curriculum vitæ.
Il corso della vita.
Espressione che indica l’insieme dei dati sugli studi, sui lavori precedentemente svolti, sulla cultura generale, necessari a giudicare della idoneità o meno all' assunzione di un candidato.

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