Perché Efira
Disclaimer

Per i webmaster
Siti partner o collegati

Efira - Home Page

Scrivici
Segnala questo sito | Pubblicità
Iscriviti alla newsletter | Fai di Efira la tua home page

 

 

 

Forum

Ritagli stampa

Management

Aforismi e citazioni
Al cinema
Controcorrente
Favole
I test di Efira
Letture
Locuzioni latine
Lo scaffale del manager
Murfologia quotidiana
Poesie
Primo piano
Racconto
Spigolature
Spotlights
Stupidario
Varie
Altri siti di management

Cerca conGoogle

Nel web In Efira

Umorismo

Fumetti
Galleria del buonumore
Giochi di parole
L'angolo di Baratti
Scopri chi eri
Ti è compatibile?
Video clip
Vignette

 

 

LOCUZIONI LATINE

Pagina iniziale | A  B  C  D  E  F  G  H  I  K  L  M  N  O  P  Q  R  S  T  U  V  W  X  Y  Z | Aforismi e citazioni

Qua re.
Per la qual cosa, perciò.

Quae nocent docent.
Le cose che nuocciono istruiscono (e rendono più furbi)..

Qualis artifex pereo!
Quale artista muore con me.
Svetonio (Nerone, 44)

Furono le ultime parole pronunciate da Nerone quando, in seguito alla ribellione delle legioni di Galba, si suicidò. Egli era stato attore nei pubbllci spettacoli, auriga e poeta da strapazzo, eppure rimpiangeva la grande perdita che il mondo faceva delle sue doti. Ironicamente si ripete la frase quando si ha qualche lieve insuccesso.

Qualis pater talis filius.
Quale è il padre, tale è il figlio.
Con questo detto popolare si vuole significare che i difetti dei genitori generalmente vengono ereditati dai figli.

Quamvis sublimes debent humiles metuere, vindicta docili quia patet sollertiae.
Gli uomini di condizione elevata devono temere quelli di bassa condizione, perchè all'uomo astuto risulta facile la vendetta.
Fedro

Questa sentenza è illustrata nella favola della Volpe e dell’Aquila: questa aveva portato ai suoi aquilotti i piccoli della volpe perchè se ne cibassero, credendosi sicura, nel suo alto nido, ma l’astuto animale, rubata una torcia dall’altare di un tempio, diede fuoco alla pianta che sorreggeva il nido dell’Aquila.

Quandoque bonus dormitat Homerus.
Qualche volta si addormenta anche il buon Omero.
Orazio (Ars poetica, 359)

Anche il grande Omero non è sempre uguale a sè stesso. Ma la frase nel significato usuale ha valore alquanto diverso: anche le persone di genio ogni tanto commettono qualche errore.

Quantum mutatus ab illo.
Quanto era diverso da quello (che ricordo). 
Virgilio (Eneide,, II, 274)

In sogno Enea aveva visto Ettore non già nella sua consueta aureola di prode ed eroico combattente, terrore dei nemici; bensì coperto di piaghe e sangue. Di qui la spontanea esclamazione. Nell’uso corrente si cita quando ci si trova davanti a persone o cose molto diverse dall’ ultima volta in cui si sono vedute, o nel fisico o, più spesso, nel morale.  

Quantum satis.
Quanto basta.
Locuzione corrente nel gergo dei medici che nelle ricette indicando le dosi dei vari ingredienti, per qualche elemento scrivono q.s., cioè quantum satis, o quantum sufficit, ossia suggeriscono di mettervene la quantità sufflcente.

Quantum sufficit.
Quanto basta.
Formula farmaceutica, oggi usata in senso scherzoso.

Quatuor abscondi non possunt: tussis, amor, ignis, dolor.
Quattro cose non si possono nascondere: la tosse, l'amore, il fuoco, il dolore.

Qui autem invenit illuminvenit thesaurum.
Chi trova un amico trova un tesoro.
Siracide


Qui custodiet custodes?
Chi controlla i controllori?

Qui fert malis auxilium, post tempus dolet.
Chi aiuta i malvagi, alla fine se ne pentirà
Fedro

È la morale della favola del villano che riscaldò la vipera in seno e, per ricompensa, ne fu morsicato e ucciso. V’è anche un proverbio: "Nutri la serpe in seno, ti renderà veleno".

Qui gladio ferit gladio perit.
Chi di spada ferisce di spada perisce.
Vangelo secondo Matteo


Qui habet aures audiendi, audia.
Chi ha orecchi per intendere, intenda.
Frase ripetuta in vari passi dei Vangeli e che significa doversi approfittare dei consigli dati, cioè dover ciascuno trar profitto per sè di cose dette in generale.

Qui in iure suo utitur naeminem laedit.
Chi agisce nell'esercizio di un proprio diritto, non lede nessuno. 

Qui natus est infelix, non vitam modo tristem decurrit, verum post obitum quoque persequitur illum dura fati miseria.
Chi è nato infelice, non solo conduce una vita grama, ma anche dopo la morte è perseguitato dalla perversità del suo duro destino.
Fedro

Un detto popolare molto espressivo traduce: "A chi è nato disgraziato, tutti i cani gli pisciano addosso".

Qui non habet in aere, luat in corpore. 
Chi non ha danaro paghi con il corpo.

Qui pretium meriti ab improbis desiderat, peccat.
Chi vuole farsi pagare i favori fatti ai cattivi, sbaglia due volte.
Fedro

E' la morale della favola di Esopo: Il Lupo e la Gru: Il lupo con un osso infilato nella gola prometteva un premio a chi glielo avesse estratto: la gru gli fece la difficile operazione, ma quando chiese una ricompensa si sentì rispondere: "Ingrata, dopo aver ritirata la testa incolume dalla mia bocca hai ancora il coraggio di fare simili richieste?"

Qui pro quo.
Falsa interpretazione.

Qui se committlt homini tutandum improbo, auxilia dum requirit, exitium invenit.
Chi si rivolge ad un uomo improbo per avere un aiuto, nel cercare soccorso trova la sua rovina.
Fedro

Tratta dalla favola delle Colombe che, per evitare ogni pericolo, eleggono a loro re il Nibbio che però, montato sul trono, incomincia a mangiarsele ad una ad una. " Merito plectimur" (Ce la siam voluta!) dice una delle rimaste; ma ormai è troppo tardi. 

Qui se laudari gaudet verbis subdolis sera dat poenas turpes poenitentia.
Chi gode sentirsi esaltare con parole adulatrici, ne porta poi la pena con pentimento e vergogna.
Fedro

E' la favola della Volpe che, per godersi il cacio che il Corvo tiene in bocca, lo adula, invitandolo a cantare per fare sfoggio della sua voce.

Qui sine peccato est vestrum, primus... Iapidem mittat.
Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra.
San Giovanni, VIII, 3

Parole dette da Gesù Cristo a coloro che gli avevano condotta la donna adultera, con la speranza che egli ordinasse di lapidarla. Ma, alla risposta di Gesù, tutti uscirono dal tempio, cominciando dai più vecchi.

Qui tacet non utique fatetur; sed tamen verum est eum non negare.
Chi tace non sempre confessa; però è pur vero che non nega.

Qui tacet non utique fatetur; sed tamen verum est eum non negare. .
Chi tace non sempre confessa; però è pur vero che non nega.

Quia tu gallinae filius albae, nos viles pulli, nati infelicibus ovis:
Poichè tu sei figlio della gallina bianca, noi siamo poveri pulcini nati da uova disgraziate.
Giovenale (Satire, XIII, 141)

Si allude alla diversa sorte degli uomini: alcuni nascono sotto una buona stella, altri sotto un’infausta cometa.

Quicumque amisit dignitatem pristinam, ignavis etiam locus est in casu gravi.
Chiunque abbia perso la propria dignità, nella disgrazia è vittima anche dei vili.
Fedro

E' la favola del Leone morente che, percosso dal cinghiale e dal toro, sopporta con rassegnazione l’offesa ma, preso a calci dall’asino, gli sembra di morir due volte: "bis videor mori". 

Quicumque turpi fraude semel innotuit, etiam si verum dicit, amittit fidem.
Chi è stato trovato bugiardo una volta, non è creduto anche se dice il vero.
Fedro

Sono i primi due versi della favola di Esopo: "Il Lupo e la Volpe al tribunale della Scimmia", nella qual favola la scimmia giudice dà torto ad entrambi, perchè li sa bugiardi.

Quid dulcius quam habere, quicum omnia audeas sic loqui ut tecum?
Cosa c'è di più dolce che avere qualcuno con cui parlare così come con se stessi?
Cicerone (De Amicitia)


Quidquid delirant reges, plectuntur Achivi.
Gli errori dei re sono scontati dai greci.
Orazio (Epist., I, 2, 14)

In generale la storia insegna che è sempre il popolo che deve scontare gli errori dei governanti e, in senso più generale, sono i subalterni che fanno da capro espiatorio per gli errori dei loro superiori.

Quieta non movere.
Non smuovere le cose tranquille.
Si usa come invito a non produrre guai andando a suscitare problemi che è meglio ignorare.

Quis custodiet ipsos custodes?
Chi sorveglierà i sorveglianti?
Giovenale


Quis tulerit Gracchos de seditione querentes?
Chi avrebbe potuto sopportare i Gracchi quando si lamentavano di una sedizione?
Giovenale (Satire, II, 24)

Il significato fondamentale della frase è che non bisogna condannare negli altri i mezzi che noi stessi abbiamo adoperato, o i difetti che non riusciamo a correggere in noi stessi.

Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando?
Chi, che cosa, dove, con quali mezzi, perchè, in qual modo, quando?
Esametro nel quale sono contenute le principali fonti alle quali si può attingere nello svolgimento di un tema; considerare cioè la persona che agisce (quis); l’azione che fa (quid); il luogo in cui la eseguisce (ubi); i mezzi che adopera nell’eseguirla (quibus auxiliis); lo scopo che si prefigge (cur); il modo con cui la fa (quomodo); il tempo che vi impiega e nel quale la compie (quando).

Quo ante.
Cfr. statu quo.

Quo vadis?
Dove vai?

Quod capita tot sententiae.
Quante le teste, tante le opinioni.

Quod Deus avertat.
Che Dio ce ne scampi!
Si usa col valore di scongiuro. Lett. "questo la divinità lo tenga lontano!".

Quod erat demonstrandum.
Come volevasi dimostrare.
Si usa, propriamente, a conclusione di una dimostrazione matematica; nel linguaggio comune invece si usa per indicare ciò che si prevedeva e si è puntualmente avverato. Lett. "quel che si doveva dimostrare", formula usata da Euclide in conclusione ai suoi ragionamenti.

Quod erat demostrandum.
Come volevasi dimostrare.
Euclide


Quod erat in votis.
Come si sperava.
Orazio, Satire (II, 6, 1).

Si usa a proposito della realizzazione di un desiderio. Lett. "ciò che era negli auspici".

Quod fuimus lauda, si iam damnas, quod sumus.
Loda ciò che fummo se non ti piace ciò che siamo.
Fedro

Il senso lo si capisce leggendo la favola del Cane invecchiato che, dopo aver reso tanti servigi al Cacciatore, ormai aveva perduto non il coraggio, ma le forze.

Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini.
Quello che non fecero i barbari fecero i Barberini.

Quod scripsi scripsi.
Ciò che ho scritto ho scritto.
San Giovanni, XIX, 22

Sono le parole con cui Pilato rispose ai capi dei sacerdoti ebrei che volevano fargli cambiare la scritta posta sulla croce:" Gesù Nazareno, Re dei Giudei". Si cita la frase per dire che una decisione presa è irrevocabile e che non le si vuol apportare alcun mutamento.

Quod sine die debetur, statim debetur.
Ciò che è dovuto senza una data è dovuto immediatamente. 

Quod tu es ego fui, quod ego sum et tu eris.
Quel che tu sei, anch'io lo fui, quel che io sono, anche tu lo sarai.
Iscrizione di Fano


Quomodo.
In che modo, il modo in cui.

Quorum pars magna fui.
(Avvenimenti) dei quali io fui gran parte.
Virgilio (Eneide, II, 6)

Sono parole di Enea che racconta il suo triste esodo dalla città incendiata. Il motto si adopera per alludere ad avvenimenti, specialmente gloriosi, ai quali si è preso parte.

Quorum.
Dei quali (abbreviazione dell'espressione 'quorum maxima pars' : la maggior parte dei quali).

Quos ego…
A voi io… (Che io…)
Virgilio (Eneide, I, 35)

Reticenza messa da Virgilio in bocca a Nettuno, adirato contro i venti che avevano dispersa la flotta di Enea. È insomma un’oscura minaccia.

Quos vult Iupiter perdere, dementat prius.
A quelli che vuole rovinare Giove toglie prima la ragione.
Euripide

Motto usato quando si vede qualcuno far delle pazzie - come spese eccessive, o imbarcarsi in affari pericolosi - per dire che è sull’orlo dell’abisso, vicino alla catastrofe finale.    

Quot capita tot sententiae.
Tanti uomini altrettante opinioni.
Terenzio (Phormio, 454)

Si usa per affermare che ciascuno ha opinioni e gusti diversi che difficilmente possono accordarsi con quelli altrui. Lett. "quante teste, tanti pareri".

Quot homines tot sententiae.
Tanti uomini tanti modi di pensare.
Terenzio


Quot servi, tot hostes.
Tanti servi, tanti nemici.
Proverbio


Quousque tandem.
Fino a quando?
Si usa con valore enfatico o scherzoso riferito a persona o cosa noiosa. Si tratta dell'inizio della prima "Catilinaria" di Cicerone: Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?, "Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?

Quousque tandem...?
Fino a quando...?
Cicerone (Catilinaria, I)

La frase completa è:"Quousque tandem Catilina abutere patientia nostra?" Violente parole con le quali il grande oratore romano investì Catilina che osò presentarsi in senato dopo aver complottato contro Roma, e aver tentato di far uccidere lo stesso Cicerone che, della stessa, si riteneva il più ardente difensore. Si ripetono per smascherare l’ipocrisia di qualcuno, ma per lo più si usano in tono di scherzo.

Pagina iniziale | A  B  C  D  E  F  G  H  I  K  L  M  N  O  P  Q  R  S  T  U  V  W  X  Y  Z | Aforismi e citazioni

In evidenza

.

Stampa la pagina