Macte animo! Coraggio. Virgilio (Eneide, IX, 641) La frase, usata spesso anche da Voltaire, è un invito ad essere coraggiosi: "Macte nova virtute, puer, sic itur ad astra" (Coraggio, fanciullo, è così che si arriva alla gloria).
Magistra vitae. Maestra di vita. Cicerone (De Oratore, II) È un epiteto che si dà alla Storia, la quale, con gli ammaestramenti del passato insegna come regolarci per l’avvenire.
Magna pars L'artefice principale. Si usa, anche in senso ironico, per indicare chi ha avuto un ruolo di rilievo in qualcosa. Lett. "parte grande".
Magnae spes altera Romae. Seconda speranza della grande Roma. Virgilio (Eneide, XII, 167) Il verso allude ad Ascanio o Iulo, figlio di Enea, astro nascente di Roma, considerato il capostipite della gente Giulia. Si applica a persone che che gerarchicamente occupano il secondo posto dopo il capo.
Magni minores saepe fures puniunt. Spesso i grandi ladri puniscono i piccoli ladri.
Magni nominis umbra. L'ombra di un grande nome. Lucano (Fars., I, 135) La frase è allusiva a Pompeo che, sotto la toga, aveva perduto le sue virtù belliche. Comunemente si cita a proposito di persone che hanno avuto il loro quarto d’ora di gloria, ma che al presente riposano su gli allori passati.
Magnis itineribus. Il più in fretta possibile. Lett. "a tappe forzate".
Magnos homines virtute metimur, non fortuna. I grandi uomini non si misurano dalla fortuna, ma dalla virtù. Cornelio Nepote (Eumene, I)
Maior e longinquo reverentia. La lontananza aumenta il prestigio. Tacito (Annali, I, 47) È il complemento della frase: "nemo propheta in patria"; spesso le persone sono stimate e apprezzate in lontananza. Si vede che anche ai tempi di Tacito, tutto il mondo era paese... come adesso.
Maiora premunt. Urgono questioni più importanti. Lucano Si usa come invito a tralasciare un lavoro, un impegno e sim. per dedicarsi a qualcosa di più serio e pressante. Lett. "premono cose maggiorií".
Maiores pennas nido. Ali più grandi del nido. Orazio (Epist., I, 20) Frase che, come Orazio diceva della sua vita, si applica a quelli che hanno aspirazioni superiori alla loro condizione mediocre.
Mala tempora currunt. Corrono brutti tempi. Si usa per lamentare la durezza o la corruzione del tempo in cui si vive. Talvolta si usa anche in senso scherzoso per indicare una situazione non particolarmente piacevole.
Malesuada fames. La fame cattiva consigliera. Virgilio (Eneide, VI, 883) Il poeta mette la fame fra i mostri che sorvegliano l’ingresso dell’ Inferno. Anche in italiano vi sono proverbi analoghi, per es.: "La fame caccia il lupo dal bosco".
Malum est mulier sed necessarium malum. La donna è un male, ma un male necessario.
Mane, thecel, phares. Pensato, contato, diviso. (Libro di Daniele, capitolo V) Sono le terribili parole registrate nella Bibbia (non però di origine latina) che una mano misteriosa scrisse su una parete del salone ove Baldassarre celebrava la sua ultima orgia, mentre Ciro assaliva Babilonia. Nell’uso comune si riferiscono a persone già giudicate e condannate.
Manibus date lilia plenis. Versate gigli a piene mani. Virgilio (Eneide, VI, 883) Splendido verso, che viene talora inciso su lapidi mortuarie di bambini, recisi nella primavera della vita.
Manu militari: Con l'aiuto della forza militare. Locuzione del linguaggio giuridico, che vuol dire usare la forza armata, ricorrere ai gendarmi, ecc.
Manus manum lavat. Una mano lava l'altra. Seneca
Marcet sine adversario virtus. Il valore senza avversario ristagna. Seneca
Margaritas ante porcos. La pietre preziose ai porci. San Matteo VII, 6 L’apostolo intende che non bisogna profanare le cose spirituali dandole in pasto a persone materiali e scettiche.
Materiam superabat opus. Il lavoro vinceva la materia. Ovidio (Metamorfosi, II, 5) Si dice di tutte quelle opere, specialmente dell’ ingegno nelle quali, l’argomento trattato, è superato dalla finezza e dall’arte con cui si eseguisce il lavoro stesso.
Maxima debetur puero reverentia. Al fanciullo si deve il massimo rispetto. Giovenale (Satire, XIV, 47) Sentenza divenuta celebre che forma il motto di varie organizzazioni e società filantropiche aventi per scopo la cura e protezione del fanciullo.
Maximo periculo custoditur quod multis placet. Con gravissimo pericolo si custodisce ciò che piace a molti. Publio Siro
Me, me adsum qui feci. Io, sono io che l'ho fatto. Virgilio (Eneide, IX, 426) Grido disperato di Niso che scopre sè stesso per stornare i colpi dal suo carissimo Eurialo. La frase può servire per confessare una colpa e per proclamarsi reo; molto spesso viene citata in senso familiare o ironico.
Medice cura te ipsum. Medico cura te stesso. San Luca È citata, questa frase, nel Vangelo di S. Luca, ma è di data più antica e di uso universale. Ricorre spontanea quando qualcuno vuol correggere negli altri i difetti di cui abbonda egli stesso, o vuol dar consigli, che dovrebbe metter egli in pratica per primo. È il caso della gamberessa che rimproverava la figlia perché camminava a ritroso
Medio tutissimus ibis. Nel mezzo camminerai sicurissimo. Ovidio (Metamorfosi, II, 137) È il consiglio dato da Febo a Fetonte, suo figlio, che si accingeva a guidar il carro del Sole. In senso più generale si intende che la via di mezzo, lontana da ogni estremo, è la più sicura, ma ovviamente il figlio ignorò il consiglio, con le conseguenze che tutti conoscono.
Melioribus annis. Negli anni più felici. Virgilio (Eneide, VI, 649) Nostalgico rimpianto di tempi migliori.
Melius est abundare quam deficere. Meglio eccedere che scarseggiare. Si usa per giustificare la scelta di sovrabbondare in qualcosa.
Memento audere semper. Ricordati di osare sempre. Gabriele D'Annunzio
Memento mori. Ricordati che devi morire.
Mens agitat molem. Lo spirito vivifica la materia Virgilio (Eneide, VI, 727) Concezione panteistica secondo la quale l’universo sarebbe animato da un principio intrinseco che darebbe forma e moto agli enti. Oggi si adopera con significato diverso, per esprimere la supremazia e le vittorie dello spirito sulla materia bruta.
Mens sana in corpore sano. La salute fisica è necessaria, anzi indispensabile per la salute morale e intellettuale, e viceversa. Giovenale (Satire, X, 356) Lett. "mente sana in corpo sano".
Mihi heri et tibi hodie. A me ieri a te oggi.
Mihi pinnas inciderant. Mi avevano tarpato le ali. Cicerone
Militia est vita hominis super terram, et sicut dies mercenarii dies eius. La vita dell'uomo sulla terra è una milizia, e i suoi giorni simili a quelli di un mercenario. (Libro di Giobbe, 7.1)
Minus habens. Minorato, incapace; stupido. Si usa per indicare eufemisticamente una persona poco dotata intellettualmente, se non del tutto deficiente. Lett. "avente meno", locuzione non attestata nei classici.
Mirabile dictu. Mirabile a dirsi. Si usa, per lo più in senso scherzoso, per introdurre qualcosa di eccezionale.
Miscere sacra profanis. Mischiare cose sacre e profane. Orazio
Miserere! Pietà!
Miserere. Abbi pietà.
Modus vivendi. Modo di vivere. Nel linguaggio usuale significa l’andamento della vita familiare, il modo di sbarcare il lunario.
Mons parturibat… Un monte stava per partorire. Fedro È l' inizio della favola in cui si narra la grande attesa in tutta la terra per le mirabolanti promesse del monte, che andò completamente delusa al nascere di un topolino! Collima coll’oraziano: "Parturiunt montes, nascetur ridiculus mus (Ars poet., 139)".
Monstrum horrendum, informe, ingens. Mostro orribile, deforme, colossale. Virgilio (Eneide, III, 658) È la descrizione del ciclope Polifemo; ma nel linguaggio corrente si suol citare la frase scherzosamente per burlarsi di qualche enormità detta o fatta da qualcuno.
More maiorum. Alla maniera degli antichi. Si usa, anche in senso scherzoso, per indicare l'importanza del rispetto delle tradizioni. Lett. "secondo il costume degli avi".
More uxorio. Come se fosse un matrimonio.
Mors et fugacem persequitur virum. La morte raggiunge anche l'uomo che fugge. Orazio
Mors omnia solvit. La morte scioglie tutto. Giustiniano
Mors tua vita mea. Morte tua vita mia.
Mors ultima linea rerum est. La morte è l’ultima linea di tutte le cose. Orazio (Epist., I, 16, 79) Più cristianamcnte, è la fine dì tutte le cose terrene.
Mors ultima ratio. La morte è la ragione finale (di ogni cosa). Frase che equivale al noto ed egoistico proverbio: "Morto me, morto il mondo": Inutili quindi tanti affari, preoccupazioni...
Mortui non mordent. I morti non mordono.
Motu proprio. Di propria iniziativa. Locuzione d’origine ecclesiastica: si dicono atti di "Motu proprio" del Papa, quei decreti, Bolle, ecc., che egli emana esclusivamente da parte sua, senza che siano suggeriti o presentati da cardinali, ecc. In seguito la frase passò nello stile popolare, ad indicare qualsiasi azione fatta di propria iniziativa, senza aver consultato altri in proposito.
Motus in fine velocior. Il moto è più veloce alla fine.
Motus in fine velocior. Il moto è più veloce verso la fine. Detto antico che può intendersi sulla caduta dei gravi che aumentano progressivamente la velocità. Può riferirsi alla vita umana, che verso la fine sembra proprio precipitare. ;
Mulier recte olet ubi nihil olet. La donna ha un buon profumo quando non ha nessun profumo.
Multa paucis. Molte cose in poche parole.
Multa renascentur. Molte cose rinasceranno.
Multi sunt vocati, pauci vero electi. Molti sono chiamati, ma pochi eletti. San Matteo, XX, 16 L’apostolo parla della Patria celeste; ma l’uso quotidiano dà alla frase un significato più terra terra, applicandola ad ogni sorta di circostanze: cariche, concorsi, posti da coprire, ecc., e in questo senso significa che molti incominciano le loro imprese, ma pochi le conducono a termine.
Mutatis mutandis. Cambiando ciò che si deve cambiare. Frase di largo uso sia nel linguaggio, legale, che in quello volgare e comune.
Mutato nomine, de te fabula narratur. Cambiando nome, è di te che si parla nella favola. Orazio (Satire, I, 69) Concetto che si trova spesso anche in Fedro. Si cita con ironia o per scherzo quando si parla con persona che non si accorge o finge di non accorgersi d’esser l’oggetto del discorso e, più spesso, della critica.
Mutuum muli scabunt (o scalpunt). I muli si grattano a vicenda.
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