Habent sua fata libelli. Anche i libri hanno il loro destino Terenziano Mauro (De Literis, 268) Alcuni libri, come gli uomini, nascono morti; altri incominciano a morire dal giorno della nascita; pochi, infine, hanno in sorte dal Fato una vita prospera e duratura.
Hac lupi hac canes. Di qua i lupi, di là i cani.
Hannibal ad portas! Annibale è alle nostre porte. Cicerone (De finibus, IV, 9) È il disperato grido dei Romani dopo la battaglia di Canne, quando s’ aspettavano di vedere il grande nemico alle porte della Città Eterna. Si usa ripetere in occasione d’ un grande pericolo imminente, o all’arrivo di qualche grande personaggio che ha intenzioni poco favorevoli. (Anche di Tito Livio, XXIII, 16)
Hic et illic. Qua e là, un po' ovunque.
Hic et nunc. Immediatamente. Si usa per indicare che una cosa deve essere fatta subito. Lett. "qui e ora".
Hic manebimus optime. Qui molto bene resteremo. Livio
Hic sunt leones. Qui stanno i leoni. Si usa, per lo più in senso scherzoso, per indicare un possibile pericolo, insito in una situazione. Propr. l'espressione, nelle antiche carte geografiche, indicava le zone inesplorate dell'Africa.
Hoc opus, hic labor est. Qui è la fatica, qui è la difficoltà. Virgilio
Hoc opus, hic labor: Ecco la difficoltà, ecco ciò che v’ha di faticoso. Virgilio (Eneide, VI, 129) È la Sibilla Cumana che ricorda ad Enea le difficoltà di ritornare dall’ Averno. La frase va messa in relazione con quella citata: Facilis descensus Averni. Si usa per dire dove sta il nocciolo della difficoltà.
Hoc unum scio, me nihil scire. So una sola cosa, di non saper nulla. Socrate
Hoc volo, sic iubeo; sit pro ratione voluntas. Così voglio, così comando; invece di un motivo ragionevole valga la volontà. Giovenale
Hodie mihi, cras tibi. Oggi a me domani a te. È il monito d’oltretomba che par di leggere su ogni lapide del Cimitero. Nel linguaggio ordinario, però, s’indirizza a persone che dovranno passare per le stesse difficoltà nelle quali qualcuno attualmente si trova. Si usa in senso ironico in occasione di onorificenze o ricompense straordinarie
Homo doctus in se semper divitias habet. L’uomo dotto ha sempre seco le sue ricchezze. Fedro La sentenza si trova nella favola di Simonide che, fatto con altri naufragio, per il suo sapere ottenne vesti, denari, servi ed onori, mentre gli altri naufraghi, perdute le ricchezze che avevano, rimasero al verde.
Homo faber fortunae suae. L'uomo è artefice del proprio destino.
Homo homini lupus. L'uomo è un lupo per l'altro uomo. Plauto (Asinaria, II, 4) Cioè l’uomo è nemico dei suoi simili, fa loro del male.
Homo in periclum simul ac venit callidus, reperire effugium quaerit alterius malo. L’uomo astuto, quando si trova in qualche pericolo, suole uscirne con danno degli altri. Fedro Fedro lo conferma con la favola della Volpe caduta nel pozzo, cui il Caprone dall’orlo domandò di che sapore fosse l’acqua. "Tanto dolce, rispose la Volpe, che non riesco a saziarmene". Calatosi quello nel pozzo, la volpe, arrampicandosi sulle sue corna, riuscì a fuggire, lasciandolo sul fondo.
Homo mundus minor. L'uomo è un mondo in miniatura. Boezio
Homo proponit sed Deus disponit. L'uomo propone, ma Dio dispone. Tommaso di Kempis
Homo sine pecunia est imago mortis. L'uomo senza denari è l'immagine della morte.
Homo sum, nihil humani a me alienum puto. Io sono uomo e nulla di ciò che è proprio dell’umanità, mi è estraneo. Terenzio (Il punitore si sé stesso, I, 1, 25) Terenzio vuol dire che sente tutta la nobiltà della solidarietà umana, e che le gioie e i dolori dei suoi simili lo toccano profondamente. In generale, però, si cita la sentenza deturpandone il significato: «Sono uomo, e come tale sono soggetto a tutte le miserie dell’umana natura; quindi compatitemi se talvolta cado in errori o in difetti »
Horresco referens. Mi vengono i brividi a raccontarlo. Virgilio (Eneide, II, 204) Si usa, per lo più scherzosamente, per introdurre un fatto che non fa piacere riferire. Lett. "inorridisco mentre lo racconto", dal secondo libro dell'Eneide.
Horribile visu. Orribile a vedersi.
Hosti non solum dandam esse viam ad fugiendum, sed etiam muniendam. Al nemico non solo bisogna concedere una via per scappare, ma anche rendergliela sicura. Scipione l'Africano
Hostis humani generis. Nemico del genere umano. Eutropio (Breviario, VIII, 15) È una specie di lapide d’infamia che lo storico appone alla memoria di L. Antonino Commodo, imperatore Romano, che in vita ed in morte si attirò, per i suoi vizi bestiali, l’esecrazione universale.
Humanitati qui se non accommodat, plerumque poenas oppetit superbiae. Chi non si adatta alla gentilezza, per lo più paga il fio della propria superbia. Fedro Massima tratta dalla favola della Cicala e della Civetta: La Cicala dava noia insopportabile alla civetta di notte con i suoi canti. Pregata di starsene zitta, si mise a gridare sempre più. Allora la Civetta, dicendole che ne ammirava la voce, l’ invitò a bere il nettare donatole da Pallade. La Cicala si recò alla dimora della Civetta,che uscita dalla sua buca, la fece tacere per sempre, uccidendola.
Humiles laborant, ubi potentes dissident. Sono gli umili che soffrono, quando quelli che comandano sono in discordia. Fedro Simile al motto di Orazio: Quidquid delirant reges, plectuntur Achivi. Fedro illustra la sentenza coll’episodio delle rane che, vedendo i tori in furibonda lotta per la supremazia sull’ armento, cominciarono a gemere sulla propria disgrazia, sapendo che il toro sconfitto sarebbe venuto a cercar riparo nei nascondigli della palude, schiacciandole.
Humus. Terreno, suolo.
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