Iam proximus ardet Ucalegon. Brucia già il vicino palazzo di Ucalegonte. Virgilio (Eneide, II, 311) È il grido di Enea quando, svegliandosi di soprassalto, vede Troia in un mare di fuoco e le fiamme già vicine alla sua casa. La frase viene a proposito quando si parla d’un pericolo grave, imminente.
Ibidem . Nello stesso luogo.
Ibis redibis. Un enigma. Si usa per indicare una frase sibillina, un discorso o un fatto ambigui. L'espressione deriva dalla profezia: ibis redibis non morieris in bello (andrai tornerai non morirai in guerra) data da un oracolo a un soldato che, accingendosi a partire per la guerra, voleva conoscere il proprio destino. La frase veniva citata a dimostrazione dell'ambiguità degli oracoli, perché assume due significati diversi a seconda che si faccia pausa prima del non (andrai tornerai, non morirai in guerra) o dopo il non (andrai, non tornerai, morirai in guerra).
Ictu oculi . A colpo d'occhio.
Id est. Ciò vuol dire, cioè.
Idem. La stessa cosa, come sopra, lo stesso.
Ignis et aquae interdictio. Interdizione dall'acqua e dal fuoco.
Ignorantia legis non excusat. L'ignoranza delle leggi non scusa.
Ignorantia legit non excusat. L' ignoranza della legge non scusa.
Ignoti nulla cupido. Di ciò che non si conosce non c'è desiderio.
Ignoti nulla cupido: Non si desidera ciò che non si conosce. Ovidio (Ars amat., III, 397) In altre parole: non si desiderano che le cose che hanno fatto impressione sui nostri sensi. E' il principio su cui si basa il consumismo.
Ignoto militi. Al milite ignoto. È la nota epigrafe incisa sulla tomba del Milite ignoto, simbolo dei 650.000 caduti italiani nella prima guerra mondiale. La salma di un combattente sconosciuto, nel novembre del 1921, fu trasportata da Aquileja a Roma e tumulata nel monumento a Vittorio Emanuele Il, sotto l’Altare della Patria.
Iliacos intra muros peccatur et extra. Si pecca sia entro le mura di Troia che fuori di esse. Orazio (Epist., I, 2) Cioè si pecca da tutti, e in tutti i luoghi, perchè tutti siamo impastati con la creta di Adamo. Per questo Ovidio con una punta d’ironia afferma che se Giove dovesse scagliare i suoi fulmini ogni volta che uno pecca, presto ne rimarrebbe privo.
Ille terrarum mihi praeter omnes angulus ridet. Quell'angolo di terra di più di ogni altro a me ride. Orazio
Illico et immediate. Immediatamente, subito. Si usa per lo più scherzosamente. Lett. "lì sul posto e immediatamente".
Impavidum ferient ruinae. Invano lo colpiranno le rovine. Orazio (Odi, III, 3, 8) Il poeta parla dell’uomo di carattere, retto e tutto d’un pezzo, che, anche se le rovine del mondo intero gli cadessero addosso, rimarrebbe impavido e stretto al suo dovere, alle sue opinioni.
Imperium in imperio. Uno Stato nello Stato. Uno Stato nello Stato.Locuzione antica per significare qualche ceto o classe dicittadini esenti dalle leggi di uno Stato nel quale si trovano.
Impossibilium nulla obligatio est. Non v'è nessun obbligo nei confronti delle cose impossibili. Celso il Giovane
Impunitas semper ad deteriora invitat. L'impunità invita a delitti peggiori.
In articulo mortis. All'atto della morte. Locuzione presa dal frasario ecclesiastico, che s’adopera per indicare le azioni che uno compie quando è in pericolo di vita, ossia sul letto tu morte.
In cauda venenum. Nella coda c'è il veleno.
In cauda venenum. Nella coda sta il veleno. Allusione alla natura dello scorpione che porta il veleno all’ estremità della coda. Il detto si ripete per certe lodi che incominciano con un "bene, ottimamente..." e finiscono con un "ma..." Oppure per certi discorsi elogiativi che finiscono con una richiesta di danaro, o simili: è la morale della favola di Fedro, in cui la Volpe loda il candore del Corvo e la sua bella voce, per strappargli di bocca il formaggio.
In claris non fit iterpretatio. Nelle cose chiare non si dà adito a interpretazione.
In corpore vili. Nel corpo di uno da poco (dal linguaggio medico).
In crastinum differo res severas. Differisco a domani gli affari importanti. Cornelio Nepote (Pelopida, III) E' la massima del gaudente che vorrebbe non aver mai preoccupazioni gravi e che si arresta davanti alle più piccole difficoltà.
In diebus illis In quei giorni. Così incominciano molti brani dei Vangeli quando la Messa è celebrata in latino. Altri iniziano con "In illo tempore" (In quel tempo); ma ambedue le formule non appartengono al latino classico in cui quell’ "in", con l’ablativo del complemento di tempo non è da usare.
In dubio abstine. Nei casi dubbi rinuncia ad agire. Si usa per invitare a non prendere decisioni o a non fare qualcosa quando non esistono elementi sufficienti per valutare le cose. Lett. "nel dubbio astieniti".
In dubio pro reo. In caso di dubbio il presunto colpevole va assolto. L'espressione invita i giudici, nei casi dubbi, ad assolvere un presunto colpevole per non correre il rischio di condannare un innocente; si usa nel linguaggio corrente per invitare a non prendere decisioni affrettate. Lett. "nel dubbio, a favore del colpevole".
In dubis abstine. Nelle situazioni ambigue astieniti.
In exitu Israel de Aegypto. All'uscita di Israele dall'Egitto (Salmo CXIII) È il canto della liberazione dopo il passaggio del Mar Rosso, compiuto dagli Ebrei sotto la guida di Mosè. Nel linguaggio familiare equivale a cantar vittoria, ad aver, cioè, superata qualche difficoltà.
In extremis. All'ultimo momento.
In fieri. In corso di divenire.
In hoc signo vinces. Con questo segno vincerai. Sono le profetiche e misteriose parole che la tradizione dice esser apparse in cielo a Costantino, contornanti una croce, mentre egli si accingeva a marciare contro Massenzio; parole che fece poi dipingere sui suoi vessilli. Nello stile familiare si cita per dire che con questo o quel mezzo si riuscirà a superare qualche difficoltà.
In loco. Sul posto.
In magnis et voluisse sat est. Nelle grandi cose anche l'aver voluto è sufficiente. Properzio
In medio stat virtus. La virtu' sta nel mezzo. È una sentenza dei filosofi scolastici medievali, già espressa da Orazio, nella sua classica forma:"Est modus in rebus...
In mente Dei. Nella mente a Dio, di là da venire. Si usa a proposito di qualcosa, progetto, idea, desiderio, che ci si augura accada ma che è lungi dal realizzarsi anche perché non dipende da noi. Di persona, non essere ancora nato: in quegli anni eri ancora in mente Dei.
In pari causa turpitudinis melior est condicio possidentis. A pari colpa, la condizione migliore è del proprietario.
In partibus infidelium. Nelle regioni degli infedeli. Frase di stile ecclesiastico usata per designare un titolo onorifico, privo però di ogni giurisdizione, concesso ai Vescovi per meriti speciali. Ironicamente lo si appioppa a funzionari messi a riposo.
In praetoriis leones, in castris lepores. Nel palazzo leoni, nell'accampamento lepri.
In primis. Soprattutto. Si usa quando, fra varie cose, se ne vuol mettere in evidenza una di particolare importanza; oppure, in un ragionamento, quando si mette un argomento come base di tutti gli altri.
In principatu commutando saepius nil, praeter domini nomen, mutant pauperes. Nei mutamenti di governo i poveri spesso non cambiano che il nome del padrone. Fedro Conseguenza tratta dalla favola L’ Asino e il Pastore: Un pastore che pascolava un asinello, atterrito dalle grida dei ladri sopravvenienti, consigliò al paziente animale di fuggire.- Forse - domandò l’asino- mi metteranno due basti? - Oh, no! - E allora che m’ importa di cambiar padrone?
In re. Nella realtà delle cose, nei fatti.
In rebus dubis plurimum est audacia. Nelle situazioni incerte vale moltissimo l'audacia.
In rerum natura. Nella natura delle cose. Un fatto si verifica in rerum natura quando avviene secondo il consueto svolgersi degli avvenimenti, senza cioè alterare l’ordine delle cose naturali. Il motto è tanto comune, che lo adoperò anche il letterato don Ferrante, al cap. XXXVII dei Promessi Sposi.
In saecula saeculorum. Nei secoli dei secoli.
In silvam non ligna feras insanius. Non esser così insensato da portar legna in una foresta. Orazio (Satire, I, 10, 34) Vuol dire non far cose inutili. In italiano abbiamo vari proverbi analoghi: "Portar pipistrelli ad Atene, portare vasi a Samo, portare acqua al mare ..."
In situ. Sul luogo.
In utroque iure. In entrambi i diritti. Dicesi dei Dottori laureati in Diritto Civile e in Diritto Canonico. Il motto vien spesso riportato negli Atti vescovili e curiali.
In vino veritas. Sotto l'effetto del vino, viene fuori la verità. Tante cose che un uomo sobrio sa tener segrete, un uomo brillo facilmente le propaga ai quattro venti; è in questo senso che va accettato il proverbio.
In vitrio. Sotto vetro, in provetta.
Incidis in Scyllam, cupiens vitare Charybdin. Se cerchi di evitare Cariddi, cadrai in Scilla. Gualtier de Lille (Alessandreide, V, 5, 301) Scilla e Cariddi sono un vortice ed uno scoglio un tempo ritenuti pericolosissimi presso lo Stretto di Messina. La frase si applica a persone prese, come si suoi dire, fra due fuochi, che per evitar un male cadono in uno maggiore. Corrisponde al nostro proverbio: Dalla padella alla brace.
Incohatio delicti. Inizio dell'esecuzione dell'attività criminosa. Termine giuridico
Inde irae. Da questo (provengono) le ire. Giovenale (Satire, I, 168) Si cita la frase per accennare al motivo che provoca lo sdegno, la collera.
Indocti discant et ament meminisse periti. Imparino gli ignoranti e, quelli che sanno, amino di ricordare. Charles Jean Hénault, storico francese 1685-1770 Verso notissimo d’autore poco conosciuto. Di tutta la sua opera " Nuovel Abrégé chronologique de l' histoire de France jusqu'a la morte de Louis XIV" non rimane che questo verso riportato in moltissimi trattati di cultura generale, in enciclopedie e in libri scolastici.
Inexpertis enim dulcis est pugna. Per chi è inesperto la guerra è cosa dolce.
Infandum, regina, iubes renovare dolorem Tu mi costringi, o regina, a rinnovare un indicibile dolore. Virgilio (Eneide, II, 3) È Enea che parla così a Didone, quando essa vuoi sentir da lui la narrazione della caduta di Troia.
Infidum hominem malo suo esse cordatum. L'uomo che non si illude è assennato a suo danno. Sant'Agostino
Iniuria illata iudici videtur ipsi regi illata. L'aggressione fatta al giudice è come se fosse fatta al re.
Inops, potentem dum vult imitari, perit. Il debole, quando vuole imitare il potente,va in rovina. Fedro È la morale della notissima favoletta esopiana: La Rana crepata e il Bue. La frase concorda con un’analoga sentenza di Publilio Siro:"Ubi coepit ditem pauper imitari, perit"(Quando il povero vuoi fare il passo del signore, va certamente in rovina).
Intelligenti pauca. A chi sa capire bastano poche parole. Si usa per indicare che al saggio e all'intelligente basta poco per capire come stiano le cose. Fig. Si usa per avvertire e intimidire qualcuno su ciò che si lascia sottinteso ma che a quel qualcuno risulta sicuramente chiaro. Lett. "all'intelligente poche cose".
Inter Divos relatus est. Fu annoverato tra gli dei. Eutropio (Breviario, VII, 22) È il panegirico finale che lo storico fa a Tito, soprannominato deliciae humani generis, e ad altri imperatori o re, benemeriti dello Stato e del genere umano. La frase si cita a proposito di persone costituite in alte cariche.
Inter nos. Tra di noi. Corrisponde in un certo senso al "in camera caritatis", (qui fra noi, in tutta segretezza).
Invenit forte calvus in trivio pectinem. Per caso un calvo trovò un pettine in un incrocio. Fedro È la favola dei due calvi che, avendo trovato un pettine, stabiliscono di dividere il tesoro a metà, ringraziando ironicamente gli dei, per questo dono inutile. È come la grazia che arriva all’impiccato appena morto.
Invidia gloriae comes. L'invidia compagna della gloria. Cornelio Nepote (Cabrai, III) Come l’ombra segue l’uomo, così l’invidia segue la gloria, la fama.
Invita Minerva. Contro la volontà di Minerva. Orazio (Ars poetica, 385) Essendo Minerva la dea della Sapienza, scrivere "invita Minerva" significa mancar d’estro, d’ispirazione. In senso più lato si dice di tutti quelli che si dedicano a studi o ad arti per le quali non hanno disposizioni naturali.
Ioci causa. Per scherzo.
Ipsa olera olla legit. La pignatta sceglie da sé le sue verdure. Catullo
Ipse dixit L'ha detto lui in persona. Motto dei discepoli di Pitagora
Ipso facto. Per il fatto medesimo - Nel medesimo istante. Locuzione ecclesiastica molto in uso nel Codice di Diritto Canonico, nel quale vi sono diverse pene nelle quali si incorre "ipso facto", cioè nell’istante in cui si compie il reato, senza bisogno che intervenga il giudice o una sentenza di condanna.
Ira brevis furor. L'ira è un breve momento di follia.
Ira furor brevis est. L'ira è un furore di breve durata. Orazio (Epist., I, 2, 62) Cioè una passeggera follìa.
Ire ad patres. Morire, detto in forma eufemistica. Lett. "andare dagli antenati", da un verso della Genesi.
Is fecit cui prodest. Ha commesso (il delitto) colui al quale (il delitto) è utile. Cicerone (Pro Milone) Assioma di Diritto che spesso mette la Giustizia sulla vera pista per la ricerca del reo, ma va presa "cum granu salis".
Ita amare oportere, ut si aliquando esset osurus. Bisogna volere bene come se un giorno si dovesse arrivare a odiare. Cicerone, De Amicitia
Ita di(vi)s est placitum, voluptatem ut maeror comes consequator. Agli dei è piaciuto far sì che il dolore fosse compagno del piacere. Plauto
Iucundum... nihil agere. Il piacevole non far nulla. Plinio il Giovane
Iudex damnatur ubi nocens absolvitur. Quando il colpevole è assolto, è condannato il giudice. Publilio Siro
Iurare in verba magistri. Fidarsi ciecamente di qualcuno. Orazio (Epist., I, 1) Si usa per indicare chi accetta acriticamente l'opinione espressa da una persona autorevole. Lett. "giurare sulle parole del maestro".
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