E converso. Di contro. Da un altro lato. Da un diverso punto di vista.
E pluribus unum. Da molti uno solo.
Ecce ancilla Dei (o Domini). Ecco la serva del Signore. San Luca Sono le note parole di risposta che la Vergine diede all’angelo dell’ Annunciazione. Nell’uso comune si cita per dichiararsi sottomessi a qualsiasi ordine dei superiori.
Ecce homo. Ecco l'uomo. San Giovanni Apostolo Parole pronunziate da Pilato nel presentare Gesù Cristo, flagellato e coronato di spine, al popolo. Sono divenute anche il titolo di vari quadri raffiguranti tale soggetto. Nell’uso corrente si ripetono per qualche persona ridotta male in arnese: «Poveretto! sembra proprio un "Ecce homo"!
Ecce iterum Crispinus! Ecco di nuovo Crispino. Giovenale (Satirre, IV, 1) Ossia, ecco di nuovo l’importuno, il noiosissimo Crispino. La frase si adopera unicamente in cattivo senso, cioè quando si tratta di persona fastidiosa, seccante
Edamus, bibamus, gaudeamus! Mangiamo, beviamo, godiamo!.
Ego sum qui sum. Io sono colui che è. (Esodo, III, 14) Io sono l’Ente a tutti superiore: Dio. Questo è il significato della frase dell’Esodo, in cui Iddio parla a Mosè. Ma nell’uso comune prende il significato: "io sono quello che sono, con i miei difetti e virtù".
Eheu fugaces… labuntur anni. Ahimè, fuggendo scivolano via gli anni. Orazio (Odi, II, 14, 1) Al Poeta non garbava la constatazione che anche lui invecchiava.L’espressione collima col verso vergiliano:"Fugit irreparabile tempus (Georg., III, 284)". Lo stesso concetto è espresso dalla scritta sulle meridiane : "Ruit Hora" cioè: l’ora precipita.
Eiusdem furfuris. Della medesima crusca. Epiteto che si dà, sempre in cattivo senso, a due soci che si rassomigliano perfettamente per vizi, malvagità e difetti. Si usa anche l’espressione "eiusdem farinae", (della stessa farina).
Emunctae naris. Di naso fine (di buon fiuto). Orazio (Satire, I, 4, 8) Dicesi di uomo che ha, come si suol dire, " un buon naso", cioè intelligenza acuta e pronta, intuizione rapida e sicura, che sa prevedere gli avvenimenti.
Entia non sunt multiplicanda sine necessitate. .
Epicuri de grege porcum. Porco del gregge di Epicuro. Orazio (Epist., I, 4, 10) Parrebbe impossibile che il gaudente Orazio arrivi a darsi questo... eufemismo! Ma si resta dubbiosi se egli abbia inteso proprio dare del porco a sè stesso, o trattare come tali i suoi egregi commensali epicurei.La frase è rimasta, in senso tutt’altro che benevolo, per indicare gli uomini avidi solo dei piaceri dei sensi
Epistula non erubescit. Lo scritto non arrossisce.
Erga omnes. Nei confronti di tutti.
Eripe me his, invicte, malis. Strappami, o invincibile, da questi mali. Virgilio (Eneide, VI, 365) È la preghiera che Palinuro fa ad Enea incontrandolo all' Inferno, ove era sceso con la Sibilla, perchè lo tolga dalle pene eterne e lo riconduca nel mondo dei vivi.
Errantibus, non dormientibus, iura succurrunt. Il diritto viene in soccorso di coloro che errano, non di chi dorme.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Sbagliare è umano, ma perseverare nell'errore è diabolico. Sant'Agostino
Errare humanum est. E' nella natura dell'uomo sbagliare. Assioma filosofico con il quale si cerca d’attenuare una colpa, un errore, una caduta morale. Livio (Storie, VIII, 35) dice che: "Venia dignus est humanus error" (Ogni errore umano merita perdono), e Cicerone asserisce che: "Cuiusvis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare" (È cosa comune l’errare; è solo dell’ ignorante perseverare nell' errore).
Error communis facit ius. L'errore comune crea il diritto.
Esse eum omnium horarum. Egli è da tutte le ore. Quintiliano
Est modus in rebus. C'è una misura nelle cose. Orazio (Satire, I, 1, 106) Esiste una misura in tutte le cose. Sotto altra forma, potrebbe tradursi: Ogni eccesso è vizioso.Seneca scrive:" Qudquid excessit modum, Pendet instabili loco (Edipo, 930), (Tutto ciò che oltrepassa la misura, è in equilibrio instabile).
Estore ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe. Matteo
Et facere et pati fortia romanum est. E' da romano compiere e soffrire cose forti. Tito Livio (Storie, 11) Espressione che riassume tutta la grandezza della virtù romana.(si sta parlando ovviamente di quei tempi...).
Et formosos saepe inveni pessimos, et turpi facie multos cognovi optimos. Ho trovato spesso persone belle ma pessime; e molte ne ho trovato di ottime, sebbene avessero brutto volto. Fedro È la solita storia delle apparenze, cioè che l’abito non fa il monaco, nè la corda l’impiccato.
Etiam capillus unus habet umbram suam. Anche un solo capello fa la sua ombra. Publilio Siro
Etiam periere ruinae. Anche le rovine sono andate distrutte. Lucano (Fars., IX) Si allude alla frase detta da Giulio Cesare visitando le rovine di Troia. Il motto si usa per indicare una distruzione totale, completa.
Eventus docet: stultorum iste magister est. L'esperienza insegna, essa è la maestra degli stolti. Tito Livio (Storie, XXII, 30)
Ex abrupto. Improvvisamente. Si usa spesso a proposito di un oratore che esordisce senza preparazione alcuna, improvvisando lì per lì.
Ex abundantia enim cordis os loquitur. La bocca parla per l'abbondanza del cuore. Vangelo secondo Matteo
Ex aequo. Alla pari.
Ex cathedra. Dalla cattedra. Frase molto frequente nell’uso ecclesiastico, specialmente per ricordare che il Papa, quando parla "ex cathedra" cioè come Dottore universale della Chiesa Cattolica, è infallibile. La frase si usa ironicamente all’indirizzo di coloro che si danno arie di sapienti.
Ex commodo. Con comodità, senza fretta. Cioè senza preoccupazioni con serenità e senza fretta: si tratta insomma di occupazioni che non hanno urgenza.
Ex genere Achillis. Della dinastia di Achille. Elogio che lo scrittore fa di Pirro, re dell’Epiro, che si diceva discendere dal famoso eroe della guerra troiana, rimasto come simbolo di forza, di valore e di lealtà.Si cita alludendo a qualche nobile personaggio.
Ex nihilo nihil (fit). Dal nulla non si ricava nulla. Nel significato in cui l’ usavano Lucrezio ed Epicuro, che dal niente non nasce cosa, cioè tutto ciè che esiste è eterno, è falso. Nel significato invece che gli attribuisce la fisica moderna, che cioè tutte le trasformazioni fisiche e chimiche presuppongono un substrato, una materia preesistente, è vero ed indiscutibile.
Ex ore parvulorum veritas. Dalla bocca dei fanciulli (esce) la verità. Vuol dire che il fanciullo non sa ancora mentire, e che le sue parole sono dettate dalla ingenuità e semplicità della sua anima. Si porta come argomento incontrovertibile quando si cita l’ autorità di un bambino.
Ex ovo omnia. Tutto dall' uovo.
Ex professo. Con cognizione di causa; con competenza. Si dice di persona che conosce perfettamente la sua arte o scienza, il proprio soggetto...
Ex ungue leonem. Il leone (si riconosce) dalle unghie. Il prepotente si riconosce dalle sue rapine; oppure, in senso buono, da poche linee si riconosce la mano d’un grande artista. Ha una certa affinità col proverbio italiano: " Dai frutti si conosce l’albero".
Excelsior! Più in alto! E' il titolo della famosa poesia del Longfellow, che ripete ad ogni strofa tale ritornello. Henry Wadsworth Longfellow, poeta americano (1807-1882) compositore di raccolte di poesia tra le quali Voci nella notte e Ballate ed altre poesie: quest'ultima comprende anche il famoso Excelsior .
Exceptis excipiendis. Fatte le debite eccezioni. Frase d’uso corrente nelle comparazioni, nelle enumerazioni, ecc. Si aggiunge alla fine del ragionamento quasi per ricordare, a chi ascolta, che le eccezioni non intaccano, anzi confermano la regola.
Excusatio non petita, accusatio manifesta. Una giustificazione non richiesta equivale a un'accusa manifesta. San Girolamo Si usa per stigmatizzare l'atteggiamento di chi rivela la propria responsabilità in qualche misfatto nel momento in cui se ne dichiara estraneo senza che nessuno l'abbia accusato. Adagio di origine medievale.
Exempli gratia. Per esempio. Alcune volte si usa anche la frase Verbi gratia, che ha lo stesso significato. Nelle poesie e talvolta nel discorso ha un leggero sapore ironico.
Exigua est virtus praestare silentia rebus at contra gravis est culpa tacenda loqui. E’ una piccola virtù il saper mantenere il silenzio sulle cose, ma è invece una grave colpa il parlare di quelle che dovevano essere taciute. Ovidio (Ars amat, II, 6032)
Exigua his tribuenda fides, qui multa loquuntur. Bisogna prestare poca fede a quelli che parlano molto. Catone
Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor! Che nasca un giorno dalle mie ceneri un vendicatore. Virgilio (Eneide, IV, 625) Imprecazione di Didone nel gettarsi sul rogo, perché abbandonata da Enea. Il vendicatore sarà poi Annibale, il terribile nemico di Roma che, a dodici anni, aveva giurato su gli altari patrii odio eterno contro i Romani.La frase si cita quasi sempre in significato amichevole, per minacciare ad un amico delle vendette che faranno la fine di Annibale.
Expende Hannibalem. Pesa Annibale. Giovenale (Satire, LX, 147) Cioè pesa i grammi di cenere che rimangono di questo grande e celebre capitano. In altre parole vuoI dire che tutti i trionfi, tutte le glorie e le potenze di questa terra si riducono ad un pugno di cenere.
Experimentum crucis. Prova cruciale.
Experto crede Ruperto. Credi all'esperienza di Roberto. Cioè abbi fiducia in quelli che hanno lunga esperienza della vita. Si cìta per indurre qualcuno ad aver fiducia in noi, nella nostra pratica.
Expertus metuit. Colui che ha esperienza teme. Orazio
Extrema ratio. Ultimo argomento.
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