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Vae victis.
Guai ai vinti!
Tito Livio (Storie, V, 48)

Sono le storiche parole di Brenno ai Romani quando in seguito alle loro proteste per le bilance false adoperate per pesar l’oro del riscatto, gettò su un piatto delle medesime la sua pesante spada. Nel significato generale, l’esclamazione esprime la triste verità che il vinto è alla mercè del vincitore.

Vana est sine viribus ira
L'ira è inutile se non è accompagnata dalla forza.
Tito Livio


Vanitas vanitatum et omnia vanitas.
Tutto è vano. (Ecclesiaste, I, 2)
Si usa per indicare la vanità dei beni terreni e l'inutilità degli sforzi per conseguirli. Lett. "vanità delle vanità, e tutto è vanità", frase con cui inizia il libro dellíEcclesiaste.

Vare, legiones redde.
O Varo, restituiscimi le legioni.
Svetonio (Augusto, XXIII)

È la celebre esclamazione di Augusto dopo la sconfitta e morte di Publio Quintilio Varo e l’annientamento delle sue tre legioni, assalite da Arminio nella foresta di Teutoburgo, l’anno 9 dell’ era volgare. Nello stile familiare si cita la frase come per domandar conto a qualcuno del suo operato, o per chiedere la restituzione di qualche cosa non sua.  

Variam habuere fortunam.
Ebbero varia fortuna.
Eutropio (Breviario, VI, 6)

Ciascuno in vita ha le sue ore di piccola o grande gloria, e quelle di piccolo o grande lutto.

Vasa inania multum strepunt.
I vasi vuoti fanno un grande rumore.

Velut aegri somnia.
Come sogni di malato.
Orazio (Ars poetica, 11)

Il Poeta paragona un libro mal organizzato, senza legame, sconclusionato, al delirio d’un malato assalito da forte febbre. La frase è d’uso molteplice per indicare cose vane, inconsistenti o castelli in aria.

Veni vidi vici.
Sono venuto, ho visto, ho vinto.
Plutarco (Detti di Cesare)

VSono le storiche parole di Giulio Cesare, con le quali annunciava al Senato la sua vittoria su Farnace, re del Ponto. Nello stile epistolare o nel linguaggio familiare si usano per esprimere un facile successo.

Veniam petimus damusque vicissim.
Domandiamo e concediamo scambievolmente questa licenza.
Orazio (Ars poetica, 11)

Nell’uso più comune si dà a "venia" il significato di perdono, e allora la frase significa doversi capire gli altrui difetti come si desidera siano compatiti i propri.

Verae amicitiae sempiternae sunt.
Le vere amicizie sono eterne.
Cicerone


Verba volant, scripta manent.
Le parole volano, gli scritti rimangono.
Proverbio usato per consigliare o sconsigliare di mettere qualcosa per iscritto, a seconda che possa nel tempo risultare utile o dannoso.

Verbi gratia.
Per esempio.

Verbum de verbo.
Parola per parola.
Terenzio


Veritas filia temporis.
La verità è figlia del tempo.
Aulio Gellio


Veritas laborat saepe, exstinguitur numquam.
La verità spesso si trova in pericolo, ma non muore mai.

Veritas odium parit.
La verità offende (o partorisce odio).
Terenzio (Andria)

Si usa con riferimento alle conseguenze spiacevoli in cui incorre chi parla e agisce con schiettezza e senza ipocrisia. Lett. "la verità genera odio".

Verum] est aviditas dives et pauper pudor.
(Ma) è l'avidità che trionfa, e la modestia è disprezzata.
Fedro

Sentenza amara, ma anche troppo vera. Spesso si apprezza solo chi sa vantare le cose sue, mentre i modesti, gli uomini di valore che non si mettono in mostra, non sono stimati affatto.

Vestigia terrent. 
Mi fanno paura le orme.
Orazio

Invito a procedere con cautela e ad esaminare bene ogni piccolo indizio.

Video lupum.
Vedo il lupo.
Analoga alla frase: Lupus in fabula. Si cita allorchè una persona che si teme o della quale si sta parlando, appare all’ improvviso.

Video meliora proboque, deteriora sequor.
Vedo le cose migliori e le approvo, ma seguo quelle peggiori.
Ovidio (Metamorfosi, VII, 20)

Verso che rende bene la debolezza, e le cattive inclinazioni dell’ umanità.

Vincere scis, Hannibal, victoria uti nescis.
Tu sai vincere, Annibale, ma non sai sfruttare la vittoria..
Livio


Vires acquirit eundo.
Acquista le forze camminando.
Virgilio (Eneide, IV, 175)

Il Poeta parla qui della fama, che tanto più cresce quanto più si diffonde. Per questo un nostro proverbio dice: "Acquista fama e dormi", intendendo che penserà essa a far i tuoi interessi.

Viribus unitis.
Con L'unione delle forze.
Nome della corazzata austriaca affondata dal maggiore Rossetti e dal tenente medico Paolucci nelle acque di Pola il 31 ottobre 1918. La locuzione si ripete come appello alla concordia, all’unione, base fondamentale per la buona riuscita in tutte le imprese.

Virtute duce, comite fortuna.
Con la virtù come guida e la fortuna come compagna..
Cicerone (Epist. fam., X, 3)

La prima è necessaria per ben vivere, la seconda per ben riuscire.

Virtutis expers verbis iactans gloriam ignotos fallit, notis est derisui.
Chi manca di valore, e tuttavia esalta le sue opere, inganna chi non lo conosce, ma viene deriso da chi sa valutarlo.
Fedro

È la morale derivata dalla favola: "L’ Asino e il Leone alla caccia", dove l’asino spaventa con i suoi fortissimi ragli le fiere per farle prendere dal Leone. Ad impresa finita, l’asino chiede quale impressione gli abbiano fatto i suoi ragli. "Terribile! - rispose il leone - se non avessi saputo chi eri, sarei fuggito anch’io!".

Vita brevis, ars longa.
Vita breve arte duratura.

Vivit sub pectore vulnus.
La ferita sanguina nell'intimo del cuore.
Virgilio (Eneide, IV, 67)

Il Poeta allude alla passione di Didone per Enea, passione che la porterà in seguito alla disperazione. Si cita a proposito di passioni forti, violente, che lasciano una impronta indelebile.

Vocatio in ius .
Chiamata in giudizio.

Volenti non fit iniuria.
A chi acconsente non si fa offesa.
Principio di giurisprudenza che nega l’esistenza dell’offesa quando una persona ha consentito ad un’azione. Chi consente, non ha più diritto di lamentarsi.    

Vox clamantis in deserto.
Voce di uno che grida nel deserto.
San Matteo, III, 3

Parole dette da Gesù Cristo a proposito della predicazione fatta da S. Giovanni Battista nel deserto. Comunemente però la frase si cita con altro significato, alludendo a persona che non è ascoltata.

Vox populi, vox Dei.
Voce del popolo, voce di Dio..
Alcuino

Antico proverbio che stabilisce la verità d’una cosa, quando il popolo è concorde nell’ affermarla. Per questo si attribuisce comunemente il marchio della verità ai proverbi coniati dall’esperienza e dalla logica popolare. Si ripete in adunanze, quando la maggior parte dei coinvenuti è d’accordo su un dato argomento.

Vulgare amici nomen, sed rara est fides.
Frequente il nome di amico, ma la fedeltà è rara.
Fedro

Un tale vedendo la casetta che Socrate s’era fatto costruire chiese: "Come mai tu, uomo sì celebre, ti accontenti di una casa così piccola?" "Volesse il cielo, rispose il filosofo, che io trovassi tanti amici da riempirla!" 

Vulgo.
Comunemente, correntemente.
Si usa quando a una definizione o a un'enunciazione in forma dotta si fa seguire il corrispettivo in linguaggio corrente. Lett. "per il volgo, per la gente".

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Il popolo è il peggiore interprete della verità.
Seneca


Vulpem pilum mutare, non mores.
La volpe cambia il pelo, non le abitudini.
Svetonio


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